
L’intervento dei soccorsi sul luogo dell’incidente
Stanno proseguendo gli accertamenti investigativi coordinati dal pubblico ministero Denise Panoutsopoulos sulla tragica morte di Umer Maqbool, 21enne pakistano che abitava a Reggio con la sua famiglia. La Procura vuole fare piena chiarezza sulla dinamica dell’incidente sul quale è stato aperto un fascicolo d’inchiesta per l’ipotesi di reato di omicidio stradale. Il 21enne è morto sul colpo poco prima delle 7 del 29 aprile all’incrocio tra via Emilia Ospizio e via Turri, dopo essere rimasto coinvolto in un impatto devastante a bordo del suo monopattino elettrico contro un autobus.
Il sopralluogo è stato eseguito dalla polizia locale: stando a quanto trapela dall’esito delle prime investigazioni, non è escluso che dietro lo schianto vi siano responsabilità a carico di entrambi i coinvolti, tali da poter configurare il concorso di colpa. Per accertare l’accaduto, il pm Panoutsopoulos ha disposto nei giorni scorsi una perizia cinematica, cioè un accertamento tecnico che serve a ricostruire la dinamica dello schianto e le eventuali responsabilità dei coinvolti, nell’ambito del quale le parti coinvolte hanno nominato propri consulenti tecnici. I familiari della vittima sono assistiti dall’avvocato Isma Anwar, mentre l’autista, un 62enne residente a Sassuolo (Modena), dall’avvocato Marco Gavioli. Il mezzo di trasporto di Saca (società in subappalto per conto di Tper) ha svoltato a sinistra e, stando a una prima ricostruzione, il giovane all’incrocio ha tirato dritto sull’attraversamento ciclopedonale, trovandosi sulla stessa direzione del bus e andando a sbattere sulla parte laterale-anteriore del pullman.
L’autobus era in servizio sostitutivo della linea ferroviaria Sassuolo-Reggio, ma aveva da poco scaricato i passeggeri alla stazione reggiana e stava tornando nel Modenese per fare un’altra corsa sulla stessa tratta. A oggi la difesa, e a quanto emerge anche gli inquirenti, sono approdati a una conclusione comune, quella di una possibile responsabilità anche a carico del ragazzo in monopattino: una tesi che dovrà comunque trovare conferma negli accertamenti.
"In base ai documenti che abbiamo esaminato finora, ci sono elementi che fanno pensare a un concorso di colpa, anche se per stabilirlo sarà dirimente l’esito della perizia cinematica", dichiara l’avvocato Gavioli. Al di là delle ricostruzioni, resta il dolore per la giovane vita perduta sull’asfalto: "Il mio assistito, come ha detto anche subito dopo l’incidente, non ha visto il giovane. Purtroppo a causa di questa tragedia diverse vite sono rimaste rovinate: quella del ragazzo morto e dei suoi familiari e anche quella dell’autista che è molto provato e dispiaciuto per quanto è accaduto".