
Da quattordici a dieci. Si restringe la rosa degli aspiranti sindaci del Pd partorita dopo il percorso delle cosiddette ‘consultazioni’. Stando ai ben informati, il segretario provinciale Massimo Gazza avrebbe sondato la disponibilità dei 14 profili favoriti dai mille interpellati, per cominciare una prima scrematura. E, tolti Alessio Mammi (il vero piano ’A‘ poi naufragato) e Alex Pratissoli che già avevano da tempo declinato, solo altri due si sarebbero sfilati: l’attuale capogruppo in Sala Tricolore, Gianluca Cantergiani e l’assessora all’educazione Raffaella Curioni. Gli altri invece si sarebbero detti disponibili. Insomma, in dieci vorrebbero indossare la fascia tricolore.
Resterebbero dunque in campo il più indicato nei questionari Lanfranco de Franco (che seppur non ufficialmente, tra questi è l’unico che non ha mai negato le aspirazioni a candidarsi), Annalisa Rabitti (altra grande favorita) – e tra questi due potrebbe alla fine giocarsi la vera partita – ma anche Marco Massari (disponibile, almeno per ora, solo ad essere il candidato unitario e non per le primarie, anche se i ’suoi’ proveranno a convincerlo), Roberta Mori, Emanuele Cavallaro, Marwa Mahmoud, Antonella Incerti, Valeria Montanari (che però parrebbe intenzionata a tirarsi fuori nelle prossime ore), Paolo Gandolfi e lo stesso Massimo Gazza. Ma alla fine di questi, se davvero si arriverà a fare le primarie (che al momento pare essere sempre più lo scenario più plausibile) dovranno restarne solo due. I Dem infatti, come da regolamento, hanno diritto a schierare due tesserati. Se la sfida sarà allargata alla coalizione, com’è nelle intenzioni, allora ogni partito potrà schierare un nome o appoggiare uno tra quelli in campo.
Certo è che se nessuno accantonerà le proprie ambizioni personali (come dimostrano i dieci disponibili) sarà complicato trovare una sintesi. Anche tra le stesse aree interne; mercoledì pomeriggio si sono riuniti in gran segreto gli schleiniani: al tavolo, oltre a de Franco, anche Mori, Incerti e Mahmoud. Tre tra coloro che hanno dato la disponibilità a candidarsi, ma che sarebbero pronte a sfilarsi – e sarebbe stato anche questo uno degli argomenti di discussione – e ad appoggiare de Franco.
Mentre il segretario Gazza cerca di tenere tutti uniti e con un richiamo alla responsabilità collettiva di partito. "Ora è arrivato il momento della sintesi per l’individuazione della candidata o del candidato – spiega al Carlino – un lavoro che non ha il finale scritto, ma che coinvolgerà il gruppo dirigente diffuso e gli organismi dirigenti provinciali e cittadini, compresi i 14 indicati dalle consultazioni, in un confronto aperto con la città. Senza escludere la possibilità che le primarie di coalizione siano uno strumento di sintesi e della selezione della futura classe dirigente". Infine ribadisce: "Il mio obiettivo è giungere a una proposta che sia pienamente rappresentativa delle sensibilità del partito democratico e degli alleati, in una prospettiva di federazione cooperativa con un percorso coinvolgente per costruire insieme una proposta politica convincente. Sul Pd e sulle forze progressiste c’è la responsabilità grande di costruire una coalizione per Reggio attorno a un’idea di società, di città e di sviluppo. È il tempo della politica e delle scelte e non ci sottrarremo al nostro compito".