REDAZIONE REGGIO EMILIA

Via Melato, il degrado è quotidiano: "Il nostro quartiere merita di più"

Karin Silvi (Coalizione Civica) vive vicino ai garage in cui a dicembre sarebbe avvenuta una violenza sessuale "Dal parco alla piscina, troppe aree alla mercé dei pusher. E ancora delle telecamere non si sa nulla".

Karin Silvi, attivista di Coalizione Civica e residente in zona Melato-Mirabello

Karin Silvi, attivista di Coalizione Civica e residente in zona Melato-Mirabello

di Giulia Beneventi

"Il mio condominio si affaccia proprio sui garage dove è stata denunciata una violenza sessuale. Quelle autorimesse, in realtà, sono da anni soggette a vandalismo. Succede sempre più spesso". Karin Silvi, attivista di Coalizione Civica, abita in via Fratelli Tondelli da venticinque anni. La notizia della presunta aggressione sessuale avvenuta in quei box a fine dicembre non è che l’ennesimo segnale di un quartiere, quello di via Melato-zona Mirabello, che sta cambiando…e non in meglio.

Quando parla di vandalismi, a cosa si riferisce di preciso?

"Solo per citare uno degli ultimi episodi, un inquilino del mio palazzo si è ritrovato la serratura del garage forzata, delle persone erano andate a dormire lì".

Se ci si sofferma sulla zona Mirabello, via Melato e dintorni, è opinione diffusa tra i residenti che la situazione sia in peggioramento soprattutto dopo la bonifica delle ex Officine Reggiane. Lei che dice?

"Confermo assolutamente. Avevo già provato a portare attenzione sul quartiere nella primavera 2023, dopo un raid assurdo di vetri di auto spaccati. Riuscii a incontrare l’assessore Tria solo otto mesi dopo".

Cosa chiese al Comune?

"Innanzitutto le telecamere di sorveglianza, come già fatto da Reggio Civitas. Il sindaco Massari aveva detto che l’installazione sarebbe avvenuta a fine settembre, ma non si sono ancora viste. In generale, più che un aumento di controlli della polizia servirebbe una riqualificazione seria di tutta la zona".

Quali sono le aree più sensibili?

"Partiamo dalla piscina di via Melato, da cui le persone escono in gruppo perché più volte si sono ritrovate della gente che provava ad aprire le loro. Poi sicuramente il parco della Polveriera, più viene abbandonato a sé stesso più ovviamente aumenta lo spaccio".

Poi?

"C’è un vecchio rudere che faceva parte dell’antica caserma accanto all’area del parcheggio scambiatore. Potrebbe essere messo a posto per farci un centro sociale, o qualsiasi cosa tenga vivo il quartiere. Già partendo da qui si farebbe un bel passo avanti. Anch’io personalmente sto progettando qualcosa".

Cioè?

"Un sensore da impiantare sui lampioni. L’ho chiamato Lasn: lampione anti sosta notturna. Si tratterebbe di attivare una luce a intermittenza per scoraggiare chi bivacca o spaccia nel quartiere. Voglio brevettarlo e portarlo all’attenzione del Comune. Sto anche organizzando un’assemblea con tutti i cittadini, per confrontarci tutti insieme e raccogliere le idee".

Quando?

"Come tempistiche direi tra fine mese e inizio febbraio. È l’occasione per fare anche il punto su ciò che non è stato fatto, tra cui l’installazione delle telecamere di cui parlavo prima, per cui Reggio Civitas si era anche resa disponibile a coprire parte dei costi dell’intervento".

Cosa spera per il suo quartiere?

"Che possa tornare a vivere in serenità, perché è il vero centro della città: in pochi minuti si arriva al Campovolo, in centro storico e in stazione. Ha un gran potenziale ma ora come ora è abbandonato a sé stesso. Dopo anni di problemi scaricati in continuazione sull’amministrazione successiva e mai risolti, la situazione sta degenerando."