Reggio Emilia, la protesta di via Roma. "Il Comune si è dimenticato di noi"

La battaglia del Comitato: "Le istituzioni languono, eppure siamo il salotto di Reggio"

Il gruppo del Comitato Cittadini via Roma e alcune immagini del quartiere che testimoniano il fascino del borgo e la necessità di un intervento di valorizzazione

Il gruppo del Comitato Cittadini via Roma e alcune immagini del quartiere che testimoniano il fascino del borgo e la necessità di un intervento di valorizzazione

Reggio Emilia, 24 marzo 2019 - Critici, sì. Ma per costruire, non per distruggere. Così si presentano al Carlino i membri del Comitato Cittadini Via Roma, di cui incontriamo Pierluigi Sgarbi, Elisabetta Spadaccini, Dina Buccino e Federico Prodi, che reclamano più attenzione da parte dell’amministrazione corrente, colpevole di «una politica disorganica sul centro storico. Abbiamo l’impressione che ci si dedichi esclusivamente alla parte a sud della via Emilia, mentre a nord si sia deciso deliberatamente di non fare nulla, con il rischio concreto di ghettizzarla. Una politica urbanistica disomogenea che scontenta tutti. Un incontro a novembre con il sindaco in carica ci aveva fatto ben sperare, ma alle parole non sono seguiti i fatti», affermano i residenti, a fine 2018 costituitisi in associazione Via Roma Zero.

«Fotograzia Europea Off Via Roma, l’Ortoparco nel Parco Santa Maria, condiviso e non recintato, dove si producono erbe officinali, verdure e fiori, le tortellate di san Giovanni che mettono a sedere 200 persone, le residenze d’artista nel quartiere, il coinvolgimento di richiedenti asilo alle nostre iniziative, lo spazio49 … Sono alcune delle iniziative che abbiamo promosso. Più recentemente abbiamo formato un gruppo che ragiona sulla vivibilità del quartiere. Il primo problema è quello del traffico con l’inquinamento che ne deriva. Via Roma è l’asse sul quale è stato convogliato tutto il traffico in direzione via Emilia. Commercianti, residenti, corrieri, permessi temporanei: tutti passano da via Roma a scapito di pedoni, biciclette e attività commerciali, che sicuramente non beneficiano di un traffico solo di transito».

Incalza il gruppo: «Siamo preoccupati per la nostra salute. I gas di scarico si propagano ai piani terra, alle 8 il traffico è già insostenibile e l’anello via Monte San Michele, via Roma e via Dante viene usato come accesso privilegiato al centro storico. Bisogna ridare alla zona un disegno diverso».

Secondo problema indicato dal comitato, il degrado/incuria dell’arredo urbano: «Che siano i marciapiedi malmessi in prossimità del polo scolastico di via Filippo Re, piazza del Popol Giost ridotta a parcheggio, sede di una latrina maleodorante, sfilata di bidoni della spazzatura, sei alberelli morti e, ultima arrivata, di un’isola ecologica, o la panchina di Via Filippo Re già denunciata come ritrovo di spacciatori e ubriachi di fianco a una palestra utilizzata dai ragazzi delle società sportive. Noi diciamo che il bello chiama il bello, ma anche il brutto chiama il brutto. L’asticella deve essere posta molto più in alto».

Il mancato uso di contenitori per la socialità e lo sviluppo delle attività di ristorazione è il terzo problema: «Piazza Scapinelli è una spianata calda d’estate, invivibile d’inverno in cui parcheggiano auto e non si capisce come mai. Le strade sono sede di parcheggi pericolosi per la circolazione, come quelli compresi tra via Dante e via Sessi. Non si socializza con una politica di questo tipo. Altre questioni che ci stanno a cuore, e così dovrebbe essere per chi ci governa, sono sicurezza e decoro. Verso porta Santa Croce ci sono realtà che andrebbero costantemente monitorate. E da monitorare sono vicolo Venezia, Parco Santa Maria e il parcheggio Aci. Troppi palazzi versano in stato di abbandono e in alcuni casi è corretto parlare di sgretolamento, tra via Dante e via Emilia e in altre vie. Si veda palazzo Sormani, davanti a via Nacchi. Sappiamo che non è responsabilità del Comune, ma non si può assistere a questo scempio e spreco di spazi storici senza provare a fare qualcosa per convincere i proprietari a garantirne un’adeguata manutenzione».

Ma il comitato vuole pensare positivo: «Noi vediamo le grandi potenzialità di un quartiere che ha le caratteristiche di borgo come il nostro. Una piazza, quella del Popol Giost, potrebbe diventarne il cuore: non dovrebbe ospitare macchine, ma verde e spazi per bambini. E visto che è sull’asse, vorremmo si creasse un quartiere per la cultura: retro Chiostri di San Pietro, Chiostri San Domenico e Conservatorio, Palazzo Da Mosto, Istituto Chierici, Teatri e Museo, a cui si aggiungono spazi come Ghirba, Gargotta, Scuola Comix, il Mascetti… Ma le istituzioni languono, non dialogano e non coinvolgono i cittadini. Pensateci invece: via Roma è il salotto di Reggio».