REDAZIONE REGGIO EMILIA

L’ex prefetta De Miro: “Viale Città di Cutro mi turba. Rievoca la mafia, si cambi nome”

La paladina della lotta alla ’Ndrangheta, per sei anni a Reggio, contro la strada che porta al casello della A1: “Quando tornerò qui, vorrei vedere l’intitolazione: ’Città libera da tutte le mafie’. Questa è la terra dei Cervi”

Antonella De Miro martedì scorso mentre riceve la cittadinanza onoraria di Rubiera dal sindaco Emanuele Cavallaro e dall’odierno prefetto Maria Rita Cocciufa

Antonella De Miro martedì scorso mentre riceve la cittadinanza onoraria di Rubiera dal sindaco Emanuele Cavallaro e dall’odierno prefetto Maria Rita Cocciufa

Reggio Emilia, 4 luglio 2025 – Cambiare il nome del viale intitolato alla “città di Cutro”, sostituendolo con quello di città “libera da tutte le mafie”. A chiederlo al Comune di Reggio Emilia è Antonella De Miro, ex prefetto dal 2009 al 2014, e figura chiave nella lotta alle cosche di ‘ndrangheta infiltrate nell’economia locale. Proprio De Miro (in pensione dal 2020) ha infatti avviato la stagione delle interdittive antimafia nei confronti delle aziende riconducibili ai clan, colpendoli così direttamente nei loro interessi economici.

L’ex “prefetto di ferro” reggiano è tornata martedì scorso in Emilia per ricevere la cittadinanza onoraria a Rubiera e, nel suo intervento ha detto: «Mi turba vedere, arrivando a Reggio, la grande arteria di collegamento col centro città intitolata tutt’oggi alla città di Cutro, nonostante il riferimento a Cutro evochi ai più la ‘ndrangheta reggiana che pretendeva di comandare la città». E questo, ha continuato De Miro «nonostante l’offesa e l’oltraggio subito da questo territorio dalle volgari parole nei confronti dei reggiani proferite da un tale che, si registrava mentre era alla guida della sua autovettura». Il riferimento è ad Alfonso Mendicino, oggi 49enne, già condannato a oltre sei anni nel processo Aemilia. Ma Reggio è conosciuta in Italia e nel mondo per il grande contributo dato alla liberazione dal nazifascismo e alla costruzione della Repubblica democratica. È la terra del sette fratelli Cervi che sono stati uccisi perchè lottavano per la libertà». E allora, ha concluso De Miro, «sarebbe bello, la prossima volta che arriverrò a Reggio, essere accolta dal viale intitolato a ‘Reggio Emilia città libera da tutte le mafie’».

Viale città di Cutro è la strada posta fra la tangenziale Nord, il casello dell’autostrada del Sole e il viale dei ponti di Calatrava, che fu inaugurato il 18 luglio del 2009. Era il simbolo del legame tra Reggio e Cutro nato agli inizi degli anni ‘60 con l’immigrazione nel capoluogo emiliano di giovani calabresi in cerca di fortuna e lavoro. La comunità di origine cutrese a Reggio conta oggi circa 5.000 persone, tra gli emigrati e i loro figli e nipoti. Al taglio del nastro della via erano presenti l’allora sindaco di Reggio Graziano Delrio e il suo omologo di Cutro, Salvatore Migale, oltre agli allora consiglieri comunali reggiani Antonio Olivo e Salvatore Scarpino nativi di Cutro. A settembre 2021, era stato Cristian Panarari, consigliere comunale del gruppo Misto a chiedere di cambiare nome al viale. La consigliera Palmina Perri, eletta in quota Pd e calabrese di nascita, pretese scuse immediate.