Viale Umberto I, un paradiso per le due ruote

Ci sono anche i corridoii ben fatti. Promosso anche quello di via Emilia all’Angelo

Non ci sono solo problemi ed esempi negativi nella città delle mille piste ciclabili, sarebbe disonesto anche solo pensarlo. Ci sono, infatti, un paio di esempi che meritano di essere segnalati per cura del dettaglio ed attenzione alla sicurezza, oltre che, last but not least, bellezza urbanistica.

Parliamo del ‘nuovo’ Viale Umberto I, fatto a misura di automobilista, assolutamente, ma anche di pedone e di cicloamatore ed anche il tratto di via Emilia all’Angelo in direzione Villa Cella, dove il contesto urbanistico è meno attraente, ma le piste ciclabili sono nuove, danno un senso di sicurezza concreto, e sono adeguatamente segnalate. Il restyling di Viale Umberto I e della sua Passeggiata Settecentesca all’interno del più ampio progetto del ‘Ducato Estense’ ha visto, tra gli altri aspetti più importanti, quello della riqualificazione delle piste. Oggi, quello che abbiamo, è un tratto di strada in cui il pedone o il ciclista può percorrerla in sicurezza e immerso nel verde. Vi è quella più ampia ai lati del viale, e ve n’è un’altra, parallela, a ridosso delle abitazioni. Un contesto decisamente di qualità, in cui al di là degli aspetti estetici, un reggiano può avere un suo spazio sicuro in cui svolgere attività fisica o muoversi liberamente.

In via Emilia all’Angelo gli aspetti estetici lasciano il tempo che trovano, ma quello che si evidenzia è lo sforzo da parte dell’Amministrazione comunale di dotare una zona ad alto traffico, ma anche densamente abitata, di una pista ciclopedonale che abbia tutti i crismi della sicurezza. Così abbiamo l’asfalto colorato di rosso per delimitare la pista adeguatamente segnalata con l’apposita segnaletica, interrotta da quello colorato di verde per delimitare le fermate degli autobus. Mano a mano che ci si allontana dal centro, visto che la sede stradale lo consente, la ciclabile è separata dalla carreggiata da un piccolo marciapiede. Dettagli, però qui quell’idea di voler fare della mobilità sostenibile (che appare così evidente anche a livello di… cartellonistica pubblicitaria) è accompagnata da fatti concreti e sostanziali.

Ni. bo.