GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Violenze al Crostolo: “Lo stupratore sapeva ciò che faceva. Ecco come fermava le sue vittime”

Nuovi dettagli sulle quattro violenze avvenute tra marzo e aprile 2021. Battisti (Squadra Mobile): “Alle vittime ha mentito sulla sua nazionalità. Durante l’ultimo episodio è intervenuto un testimone, facendolo fuggire”

La polizia al parco del Crostolo, dove sono avvenute tutte e quattro le violenze
La polizia al parco del Crostolo, dove sono avvenute tutte e quattro le violenze

Reggio Emilia, 14 settembre 2023 – ”Nessun delitto d’impeto. Quell’uomo era ben cosciente di ciò che stava facendo”. Sulla terribile vicenda del parco del Crostolo emergono altri dettagli. Il 33enne di origine marocchina, arrestato in Francia come presunto autore delle quattro aggressioni sessuali avvenute nel 2021, non ha agito da sprovveduto, anzi. "In almeno due circostanze si è presentato come cittadino pakistano – riferisce il dirigente della Squadra Mobile di Reggio, Gugliemo Battisti –. Un elemento che, tra l’altro, all’inizio ha sviato leggermente le attività d’indagine”.

La prassi del suo avvicinamento alle vittime seguiva una tecnica sempre uguale, per cui prima si avvicinava e cercava la loro attenzione, appunto facendo una domanda o presentandosi, e poi le bloccava all’improvviso con le braccia, impedendo loro di muoversi, e si allontanava dalla pedonale.

Il 33enne era in città da pochi mesi, ospitato in diverse case tra cui una in zona viale Piave, quando sono iniziati gli agguati. Al primo, quello del 23 marzo, è seguito un periodo di calma apparente, poi l’incubo è ripreso in modo seriale: un’altra aggressione il 17 aprile, poi il 21 e il 27. Infine ha fatto perdere le sue tracce, sparendo nel nulla proprio a fine aprile.

Ad agire da deterrente, forse, è stata anche la presenza di un testimone. L’aggressione del 27 aprile si distingue dalle altre per diversi fattori: è stata l’unica messa in atto la sera, non quindi attorno all’orario di pranza ma verso le 19, e in un punto del parco che di norma è molto più frequentato, ovvero lungo la camminata Irene Saccani, in zona Crocetta.

Ma soprattutto , la quarta aggressione è stata l’unica con testimoni. L’uomo si era avvicinato alla ragazza con la scusa di chiedere l’ora, poi l’ha afferrata con l’intento di violentarla, lei ha reagito e lui ha anche iniziato a picchiarla. Le urla della donna hanno attirato l’attenzione di altri runner, uno dei quali è corso in suo aiuto. A quel punto l’aggressore è scappato, troppo velocemente perché il testimone potesse poi riconoscerlo se non come un ragazzo giovane e atletico. Sarà la descrizione della ragazza, così come quelle fornite dalle altre tre, a dare la chiave di volta per l’identikit del molestatore seriale.

Il 33enne è al momento è detenuto nel carcere di Villeneuve-Lès-Maguelone, in cella gli è stato fatto il test del Dna. I risultati coincidevano perfettamente con quelli ottenuti dai campioni prelevati dagli indumenti delle vittime reggiane. Il primo indizio da oltrefrontiera però era arrivato dalla Germania: il profilo genetico corrispondeva a quello del presunto autore di due aggressioni sessuali, avvenute nel 2017. Dopo Reggio si è spostato in Francia, dove è stato arrestato nel luglio 2022 per altre violenze simili.

La sua carcerazione nel Sud francese finirebbe oggi, ma essendo già stato emesso a suo carico un mandato d’arresto europeo con annessa ordinanza di custodia cautelare, l’uomo rimarrà in custodia preventiva in carcere, fino alla conclusione delle procedure per l’estradizione.