
Da sinistra, l’avvocato di parte civile Maria Larossa e la psicologa Maria Rosaria Palmigiano
Condanna alleggerita a 2 anni, con pena sospesa e le attenuanti generiche riconosciute prevalenti sull’aggravante. È il verdetto emesso ieri dalla Corte d’Appello per un 60enne che allungò le mani verso due sorelle di 9 e 7 anni, e che poi ammise le condotte: dapprima davanti alla madre, che lo affrontò, e poi nel corso degli interrogatori. L’uomo, che deve rispondere di violenza sessuale aggravata (le bambine avevano meno di 10 anni), sottoposto alla custodia cautelare ai domiciliari, è a processo con il rito abbreviato. In primo grado, nel luglio 2024, il giudice dell’udienza preliminare Luca Ramponi lo aveva condannato a 3 anni e 8 mesi.
L’uomo doveva rispondere di condotte durate tre anni, dal 2014 al 2017, nella Bassa. All’epoca dei fatti era il vicino di casa delle bambine e la madre lo conosceva perché faceva lavori domestici per lui. Attorno alla metà del 2022 la donna raccolse dalla figlia più grande, e poi dall’altra, una rivelazione-choc: il vicino, invitandole a giocare con gli attrezzi nel garage, le avrebbe sottoposte a violenze sessuali. L’uomo ammise i fatti per la prima volta quando fu interpellato dalla madre delle due bambine. Quel dialogo fu raccolto dalla mamma in una registrazione, poi finita tra gli atti d’indagine: lui confessava chiedendo scusa a lei e alle figlie, poi lo ribadì anche durante due interrogatori. Nel processo di primo grado il pubblico ministero aveva chiesto 1 anno e 4 mesi, ritenendo che il fatto fosse di lieve entità e che vi fosse qualche criticità nei racconti delle minorenni. Nel frattempo l’imputato si era sottoposto a un percorso psicologico. Poi la difesa ha deciso di impugnare il verdetto.
Davanti alla Corte d’Appello, ieri il sostituto procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna emessa in primo grado. L’avvocato di parte civile Maria Larossa si è associata alla richiesta della pubblica accusa. La difesa ha domandato di riconoscere le generiche prevalenti sull’aggravante, domanda poi accolta dal tribunale. L’avvocato Larossa ha assistito la famiglia, alla quale in questi anni ha dato consulenza la psicologa Maria Rosaria Palmigiano. "La famiglia di cui fanno parte le due minori ha dovuto affrontare un percorso lungo e doloroso, che ha portato ad accertare la penale responsabilità delle condotte contestate all’imputato - dichiara l’avvocato Larossa -. L’alleggerimento della pena è dipeso dal fatto che il giudice ha riconosciuto le generiche prevalenti sull’aggravante". Il legale si fa portavoce di un pensiero della famiglia per lanciare un appello: "Secondo la madre, alla luce della videnda che ha vissuto, è importante che di fronte a queste situazioni si denunci il più possibile".
Alessandra Codeluppi