ANTONIO LECCI
Cronaca

Violenza sessuale su una 17enne: “Più urlavo, più mi picchiava”

Condanna a 16 anni al carnefice. La ragazza siriana ha raccontato la sua terribile vicenda. “Segregata e abusata”. Il 31enne pakistano Al Waqar ritenuto colpevole anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Immagine d’archivio dei carabinieri in azione

Immagine d’archivio dei carabinieri in azione

Reggio Emilia, 31 maggio 2025 – Una condanna complessiva a sedici anni di reclusione: quattro anni per favoreggiamento all’immigrazione clandestina (con le attenuanti concesse per la minore gravità del suo comportamento rispetto agli altri indagati) più altri dodici anni per violenza sessuale e lesioni.

Assoluzione, invece, dall’accusa di sequestro a scopo di estorsione. E’ la sentenza di primo grado al processo per sequestro, violenza sessuale e lesioni ai danni di una giovane siriana, che cercava una vita migliore ma che si era ritrovata vittima di una situazione da incubo.

Il pm Giulia Galfano, ieri al termine delle arringhe finali, aveva chiesto la condanna a trent’anni di reclusione. La difesa, affidata all’avvocato Elisa Baldaccini, ha invece chiesto in prima istanza l’assoluzione (per non aver commesso il fatto), ma in caso di condanna la concessione di alcune attenuanti e la derubricazione del reato di sequestro estorsivo in sequestro semplice, oppure in favoreggiamento.

La giovane vittima, ora diciottenne, voleva lasciarsi alle spalle guerra e terremoto in Siria. Ma con i suoi familiari finì per cadere nelle mani di trafficanti di esseri umani. La ragazzina venne portata in un casolare, alla periferia di Guastalla, separata dai suoi familiari, violentata e poi abbandonata in una stazione di servizio a Lodi. Sotto accusa è un pakistano di 31 anni, Muhammad Waqar, in custodia cautelare in carcere, finito a processo davanti alla Corte d’Assise a Reggio, presieduta dal giudice Cristina Beretti.

In concorso con una donna albanese di 24 anni (finora irreperibile) e di un connazionale 29enne (il quale ha scelto il rito abbreviato per essere processato), Waqar era accusato di aver favorito l’immigrazione clandestina, di sequestro di persona e violenza sessuale pluriaggravata. Un viaggio della speranza, dalla Slovenia alla Germania, si era trasformato in una trappola, con tappa a Udine (per padre e figlio) e in Emilia (per la madre e la figlia 17enne). In una recente udienza, la vittima ha raccontato quanto le era successo, con un paravento a proteggerne l’identità. “Mi picchiò sulla faccia e sulla pancia. Io mi opposi invocando: “Please! Please!“. Ma lui non si fermò, tentò di bloccarmi e mi minacciò: “Se non stai zitta ti metto dentro il frigo”. E mi colpì con una bottiglia. Urlavo con tutte le mie forze, ma più urlavo più lui mi picchiava. Poi mi spogliò”.