ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Arrestato per violenza sessuale, subito liberato

L’episodio sarebbe avvenuto nella notte del 10 maggio in via Patti. Il giovane è stato accompagnato in carcere e all'esito dell'udienza di convalida in tribunale, il giudice lo ha rimesso in libertà

Nella foto scarpe rosse, simbolo della lotta alla violenza contro le donne

Nella foto scarpe rosse, simbolo della lotta alla violenza contro le donne

Reggio Emilia, 13 maggio 2025 - Un 29enne di origine nigeriana è stato arrestato per l'ipotesi di reato di violenza di sessuale su una donna, per un presunto episodio avvenuto nella notte del 10 maggio in via Patti. Il giovane è stato accompagnato in carcere e poi stamattina, all'esito dell'udienza di convalida dell'arresto im tribunale, è stato rimesso in libertà dal giudice Matteo Gambarati: la versione resa dall'indagato, che in aula ha risposto alle domande, è apparsa verosimile, mentre quella raccolta dalla parte offesa che aveva sporto denuncia non è risulta riscontrata rispetto a quanto riportato nel certificato medico.  

Il fatto

L'episodio da cui è scaturito l'arresto è avvenuto alle 3 della notte del 10 maggio, quando i cittadini hanno chiamato il 113 dopo aver sentito urla femminili provenire dal parco di via Patti. Gli agenti delle volanti sono piombati sul posto: al loro arrivo hanno visto un uomo sudafricano intento a picchiare una donna colpendola più volte con pugni sulla testa e, mentre correvano in suo soccorso, hanno scorto l'uomo afferrarla per i capelli per portarla a fare un gesto di natura sessuale: una condotta che è stata interrotta grazie all'intervento degli agenti.  

La querela

La donna, di origine marocchina, apparsa sotto choc, ha sporto denuncia. Ha riferito di essere senza fissa dimora e di essere arrivata a Reggio da una settimana. Secondo il suo racconto, nella notte, poco prima dell'arrivo della polizia, era seduta su una panchina del parco per riposare, quand'è sopraggiunto un uomo, poi identificato in quello arrestato, che si sarebbe seduto accanto a lei. A dire della donna, il 29enne le avrebbe offerto denaro chiedendole in cambio una prestazione sessuale: lei avrebbe detto di no e si sarebbe allontanata, poi lui l'avrebbe aggredita. Il nigeriano le avrebbe tirato il cappuccio della felpa, strappandolo nella parte anteriore, facendo cadere la donna a terra e abbassandole i pantaloni. Lei avrebbe iniziato a urlare e a dinvincolarsi, riuscendo a rialzarsi i pantaloni. Nel tentativo di zittirla, il 29enne le avrebbe stretto le mani al collo, cominciando poi a darle pugni al cranio, alla nuca e spingendole il viso verso il basso, gesto con una connotazione sessuale.

La versione dell'arrestato

Davanti al giudice, stamattina è comparso il 29enne, difeso dall'avvocato Carmine Migale, che ha fornito una versione diversa, parlando tra l'altro di un rapporto sessuale consenziente avuto con lei. "Ho conosciuto la donna quella sera in un locale vicino alla stazione ferroviaria - ha raccontato il nigeriano -. Mi piaceva e le ho offerto crack in cambio di sesso. Lei ha accettato e così io sono andato a comprare quella sostanza per 15 euro, l'ho portata alla donna e le ho chiesto se voleva venire nell'appartamento in cui abito, gestito da una cooperativa e che si trova alle porte della città. L'abitazione era però troppo lontana, così le ho chiesto di appartarsi con me altrove e siamo andati nel parco retrostante lo stadio Mirabello. Lei ha diviso la dose di crack: una l'ha consumata subito, mentre l'altra l'ha nascosta nel suo calzino. Poi ho avuto con la donna un rapporto sessuale all'aperto, nel parco, vicino alle piante". Poi la situazione è degenerata: "Dopo mezz'ora io le ho chiesto di avere un secondo rapporto, in base agli accordi che avevamo preso sul crack. Lei si è rifiutata e io ho preteso la restituzione della droga che lei aveva messo nel calzino: lei ha cominciato a urlare perché non voleva ridarmela, c'è stata una colluttazione e dopo qualche minuto è arrivata la polizia". L'uomo ha rimarcato: "Volevo solo la restituzione del crack: non volevo violentare la donna".

L'udienza di convalida

Sono state formulate due ipotesi di reato. Violenza sessuale con l'aggravante di avere ostacolato la difesa della donna, agendo di notte e in un luogo isolato, e lesioni per lividi e graffi al braccio e alla zona lombo-sacrale con conseguenze per cinque giorni. Il pubblico ministero Giulia Signaroldi ha ravvisato i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, per la condotta insistente tenuta dal 29enne nonostante l'arrivo della polizia che lo ha interrotto dovendo dispiegare la forza fisica. Poiché l'uomo è senza un'abitazione,  ha chiesto la custodia cautelare in carcere. L'avvocato difensore Migale ha domandato la liberazione o, in subordine, una misura più leggera, ritenendo che la versione della donna non fosse credibile perché lei aveva detto di essere stata presa al collo dall'uomo che voleva violentarla, ma dai certificati medici non sono emersi segni. Il giudice ha accolto la richiesta difensiva e lo ha rimesso in libertà. Le indagini preliminari proseguiranno per fare luce sull'accaduto.