Violenza sessuale su una cameriera A processo un uomo di 32 anni

Era a una cena aziendale quando l’ha toccata e baciata, sul posto arrivarono anche i carabinieri e lui reagì in modo aggressivo

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Avrebbe allungato le mani su una cameriera del ristorante dove lui aveva appena partecipato a una cena aziendale. Dopo la denuncia sporta dalla donna, un 32enne reggiano è chiamato a rispondere del reato di violenza sessuale, per il quale sarà processato in settembre davanti al collegio dei giudici. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nella sera del 18 dicembre scorso il giovane si era trovato con i colleghi in un locale nel territorio di Casalgrande. Stando in compagnia, pare che avesse bevuto qualche bicchiere di troppo.

Alla fine del loro ritrovo, erano rimasti solo due dei partecipanti alla cena di lavoro e alcuni parenti del proprietario del locale. Il 32enne avrebbe insistito per chiedere ulteriori bevande alcoliche, tenendo comportamenti molesti: alla fine sono accorsi anche i carabinieri, di fronte ai quali lui ha tenuto un atteggiamento aggressivo, che gli è valso una condanna a 2 mesi per resistenza a pubblico ufficiale. Prima di questa condotta, per la quale si era scusato, si sarebbe però verificata l’altra verso la cameriera 34enne. Il giovane, "con azione repentina e fisicamente imposta", mentre lei era seduta dentro il locale, si sarebbe strusciato contro le sue ginocchia, le avrebbe palpeggiato il seno più volte e dato un bacio sulla guancia tenendole bloccato il viso con le mani, mentre lei tentava di respingerlo.

Il pm Marco Marano, titolare dell’inchiesta, ha chiesto per lui il giudizio immediato. La difesa del 32enne, affidata all’avvocato Mariasilvia Grisanti, ha domandato il rito abbreviato, condizionato a sentire uno dei partecipanti alla cena rimasti nel locale fino a tardi. Davanti al giudice Andrea Rat, ieri mattina il pm Isabella Chiesi si è opposta, sostenendo che il compendio probatorio fosse inattaccabile e dunque non ci fosse necessità di ascoltare il teste della difesa.

L’avvocato Grisanti ha obiettato che i testimoni erano inattendibili e che per fare l’abbreviato fosse indispensabile sentire la persona da lei indicata. Il giudice ha rigettato la domanda della difesa e di conseguenza l’abbreviato, fissando il giudizio con rito ordinario davanti alla corte presieduta da Cristina Beretti. "Abbiamo scelto di andare a processo per verificare tutti gli elementi di prova, sentendo i testimoni e la parte offesa. Il mio assistito ha avuto un comportamento discutibile, ma a nostro avviso non si è trattato di violenza sessuale - commenta l’avvocato Grisanti -. Sono soddisfatta di fare il dibattimento perché esca la verità".

Alessandra Codeluppi