Reggio Emilia, assolto un padre accusato di violenza sessuale sulla figlia

Sentenza ribaltata in Appello. Le prime confidenze segnalate ai servizi sociali della Val d'Enza, la bimba era seguita da Bolognesi, indagata-chiave di 'Angeli e Demoni'

In appello il padre accusato di abusi sulla figlia è stato assolto

In appello il padre accusato di abusi sulla figlia è stato assolto

Val d'Enza, 20 maggio 2020 - Una sentenza ribaltata: dalla pesante condanna in primo grado all'assoluzione in Appello. E dubbi che emergono sull'operato dei servizi sociali della Val d'Enza, finiti al centro dell'inchiesta 'Angeli e demoni'.

Lui, uno straniero che oggi ha 46 anni, era stato accusato di abusi sessuali sulla figlia della sua compagna, una ragazzina di dodici anni, avvenuti nei primi sei mesi del 2015. Un'insegnante aveva ricevuto da lei le prime confidenze, segnalate ai servizi sociali della Val d'Enza, allora guidati da Federica Anghinolfi - indagata-chiave di 'Angeli e demoni' -, che disposero l'allontanamento immediato della giovane.

L'uomo, raggiunto da un ordine di allontanamento, dovette lasciare la casa. La giovane si sottopose a sedute di psicoterapia con un'altra indagata-chiave di 'Angeli e demoni', cioè Nadia Bolognini. Per lui scattò il 15 dicembre 2017 la condanna a sei anni e tre mesi. Dal perito Anna Tampelli la minore era stata ritenuta attendibile. L'avvocato Marco Scarpati, che rappresentava la 12enne parte civile, aveva rimarcato come i suoi racconti fossero sempre stati coerenti.

Ed è proprio sulla presunta coerenza che ha fatto leva l'avvocato Nicola Tria, a cui si è affidato il 46enne, per scardinare l'impianto accusatorio. La seconda sezione penale della Corte d'Appello, presieduta dal giudice Valentina Tecilla, ha deciso l'assoluzione “perché il fatto non sussiste”, accogliendo non solo la tesi difensiva, ma anche la medesima richiesta formulata dal procuratore generale Pier Franco Bruno.

Tria ha evidenziato come dalle versioni raccontate dalla giovane emergessero “incongruenze palesi anche su aspetti centrali”. E che non fosse stato considerato adeguatamente il suo profilo caratteriale, tra cui “manipolazioni e le menzogne che pure erano agli atti”.

“Un approccio unidirezionale” che sarebbe stato tenuto dal perito, dal servizio e da Bolognini: “Sono state trascurate le caratteristiche della ragazzina che avrebbero potuto portare a conclusioni diverse. Nel ricorso - specifica Tria - non ho mai fatto riferimento ad 'Angeli e demoni' perché già nella vicenda in sé c'erano elementi sufficienti per arrivare a questo risultato, che restituisce serenità a un uomo devastato”.