Virus Cina, è preallarme. "Ma non abbiate paura"

Il dottor Ragni: "L’Ausl utilizza i protocolli già pronti e usati per Sars ed Ebola". In febbraio molti torneranno dalla Cina dopo il Capodanno, ‘filtri’ negli aeroporti

I responsabili Ausl Cavazzuti (controllo infezioni ospedaliere) e Ragni (rischio clinico)

I responsabili Ausl Cavazzuti (controllo infezioni ospedaliere) e Ragni (rischio clinico)

Reggio Emilia, 25 gennaio 2020 - Pietro Ragni, responsabile Ausl per il rischio clinico, cosa sappiamo del virus cinese? "Abbiamo i dati ufficiali, forniti in prevalenza dal governo cinese, sui quali le organizzazioni sanitarie hanno dei dubbi".  

Centinaia di casi e una ventina di decessi. "La letalità sembra del 3-4%, molto meno della Sars che superava il 50%". Sappiamo come si trasmette? "È certo che la trasmissione è interumana. Quasi certamente è la saliva, perchè la malattia è respiratoria, e viene da pensare a una modalità ‘violenta’ come tosse e starnuto".  

C’è attenzione dalle strutture sanitarie reggiane? "Siamo in una fase di preallerta. Usiamo protocolli già pronti, usato in passato per Sars ed Ebola. Hanno funzionato, ogni volta cerchiamo di migliorarli". Avete indicazioni nazionali? "Domani (oggi, ndr) ci sarà una riunione al Ministero con le regioni per concordare le modalità di azioni. Saranno stilate le linee guida, la prossima settimana ci saranno le raccomandazioni. Finora abbiamo avuto solo una nota abbastanza generica". I sintomi del virus cinese somigliano a quelli dell’influenza? "Si manifesta in modo molto simile: febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari". Influenza che proprio in questi mesi si sta diffondendo. "Adesso sta iniziando il picco di influenza stagionale, il massimo sarà tra il 15 e il 20 febbraio".  

Quali cautele si dovrebbero usare contro il virus cinese? "Gran parte dei consigli coincidono per virus cinese e influenza: proteggersi il naso e la bocca quando si starnutisce, non andare sotto una persona quando lo fa o se ha un’infezione alle vie respiratorie, lavarsi di frequente le mani. Non bisogna diventare fobici, ma spezzare la catena di trasmissione del virus". I cinesi a Reggio? "Teniamo presente che anche loro prendono l’influenza. Se uno starnutisce non vuol dire che porta il virus cinese. In passato ci sono stati dei deliri...". Ci saranno controlli, in relazione ai viaggi in Cina? "Penso soprattutto al Capodanno cinese, al ritorno di tanti dalla Cina intorno al 10 febbraio. Sono già state attivate le prime misure negli aeroporti, sarà un filtro molto importante". Che probabilità c’è che l’epidemia arrivi in occidente? "Ora bassa, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità". Cosa occorre fare a Reggio? "Chi fa il mio lavoro deve lavorare per predisporre i protocolli, è una situazione di preallarme. I cittadini non devono preoccuparsi, in questo momento non c’è motivo di allarme sanitario. Dovremmo preoccuparci dell’aria che respiriamo...". C’è chi parla di un vaccino. "Servirebbero anni".