"Una cerimonia d’addio aperta a ogni religione. Saman deve essere il simbolo di tutti". È la proposta di Bhatti Hasnain Abbas, portavoce della comunità pakistana islamica di Novellara. "Personalmente penso che sarebbe giusto seppellirla nel luogo dove è cresciuta e abitava – continua – Prima di organizzare il funerale col rito islamico, perché lei apparteneva a questo credo, ci piacerebbe molto che ci fosse un importante momento laico commemorativo, aperto a tutti". Intanto tra due giorni Shabbar, il padre di Saman, comparirà ancora davanti al giudice di Islamabad dopo essere stato arrestato il 15 novembre scorso. Mentre la madre Nazia Shaheen è ancora latitante. Ma secondo Bhatti "il Pakistan non si starebbe impegnando a fondo per trovarla", dice. "È una mia supposizione sugellata dal fatto che lei abbia un fratello poliziotto in Pakistan e questo credo che le permetta di avere un notevole vantaggio nel nascondersi". La domanda però sorge spontanea: perché lo stesso familiare poliziotto non ha protetto anche Shabbar? "Per un uomo è più facile affrontare il carcere rispetto a una donna. Magari è stato deciso di ‘salvare’ lei". Bhatti non concorda con la versione data dal giornalista pakistano Ahmad Ejaz secondo cui per Nazia l’estradizione sarà difficile in quanto una donna in Pakistan non può essere considerata una criminale, ma solo una mamma e una moglie. "Anche in Pakistan esistono i carceri femminili. Credo che se venisse arrestata, sarà anche lei estradata in Italia". Infine "nei documenti pakistani dell’ordinanza di cattura di Shabbar, non vengono menzionate nè le accuse dell’omicidio di Saman contestate in Italia e nè la stessa Nazia. Tutto questo mi puzza un po’...". dan. p.