
Dialogo pubblico fra Fiano, Castagnetti e la comunità ucraina
Reggio Emilia, 26 aprile 2025 – Gli attacchi alle democrazie che ne mettono in gioco la tenuta, gli autoritarismi, le guerre, la disaffezione alla politica e possibili cause, lo scacchiere di una crisi internazionale sempre più estesa e intricata. Il dialogo pubblico al Catomes tot, fra Emanuele Fiano, già deputato e da sempre attivo nel contrasto ai fenomeni neofascisti, esponente della comunità ebraica milanese, e Pierluigi Castagnetti, presidente dell’archivio storico della Dc, alla presenza di rappresentanti della comunità ucraina a Reggio, testimoni di una guerra che interroga le nostre coscienze, ha descritto nei dettagli una impasse politica europea e mondiale senza precedenti. Che non poteva prescindere dalla 'Rivoluzione Francesco': un grande testimone del nostro tempo, a cui il mondo ha dato oggi l'ultimo saluto.
“Dopo questo Papa la chiesa e il mondo non saranno gli stessi. - ha detto Castagnetti, incalzato da Mattia Mariani, davanti a una platea numerosa e attenta - Siamo passati dal timor di Dio all’amor di Dio. Un rapporto che nella mia formazione giovanile era con un’autorità distante. Una rivoluzione nella concezione teologica. Si è compiuto un paradigma e chiunque sarà a succedergli farà fatica a portare avanti un assunto così importante. Questo Papa unificava attraverso il vangelo, un trattato d'amore, andando verso chi ha più bisogno”. Proprio qui, citando una poesia di Cristina Campo, Castagnetti individua il punto unificante del pontefice scomparso: “Indivisa è la vita. Attraverso le encicliche Laudato sii e Fratelli tutti, Francesco ci ha voluto dire che la vita degli altri, quella degli immigrati, degli ultimi, è la nostra. Qui sta l’originalità del magistero di questo Papa”.
Un tema, quello della spinta migratoria, che ben si sposa a una crisi sociale, motore e compagna di quella democratica. “Abbiamo 5 milioni di poveri assoluti e oltre 13milioni a rischio di diventarlo, nel nostro Paese – apre Fiano – Cinquecentomila bambini si trovano nella prima condizione. Da anni la società italiana aumenta il tasso di povertà. E la nostra parte politica, la sinistra, non ha una narrazione alternativa da offrire”. Forse perché, abbozza l'ex Dc, la politica da soluzione viene adesso additata a problema. C'è uno iato con le nuove generazioni. Fra i giovani under 29, e non solo, vige un senso di assuefazione che ha prodotto fra i risultati meno del 50% di elettori al voto. Attratti da un senso della cosa pubblica quasi disgregato, che antepone l'io al noi, liberismo esasperato, corsa ai soldi, benessere e abolizione delle regole, come dice Trump, “Togliamo i limiti”, e come vogliono le Big Tech. Sollecitata sul confronto fra libertà e oppressione, di cui è vittima il suo popolo, Russlana, della comunità ucraina, ammette “Facciamo fatica a difenderci perché siamo soli, fuori dalla UE”. E mentre Fiano auspica una soluzione “che metta Israele e Palestina uno accanto all’altra, altrimenti il conflitto non si potrà mai dire vinto”, torna il richiamo a Francesco, e a una delle forme di indifferenza popolare più pericolose: “Guardatevi dai balconeros, coloro che stanno alla terrazza, diceva il Papa”, ricorda ancora Castagnetti.