Officine Reggiane, ecco gli archivi storici

L’iniziativa sabato alle 18 allo Spazio Gerra con documenti, foto e memorie

In mostra documenti, foto e memorie

In mostra documenti, foto e memorie

Reggio Emilia, 3 dicembre 2015 - L’ACCIAIO e la memoria, il vapore e il sudore. E poi lo sfrecciare di aerei futuribili, braccia meccaniche gigantesche, locomotive sbuffanti: è Officine Reggiane: archivi storici, capitolo 1, iniziativa prevista in città sabato allo Spazio Gerra, con inuagurazione alle 18.

Cinque anni fa quanto sopravvissuto dell’archivio della storica azienda, è stato acquisito dal Comune e altre istituzioni. Dopo una fase di riordino e studio, i risultati vengono ora restituiti con una mostra alla collettività, anche in parallelo a iniziative da qualche tempo attivate dal mondo dell’associazionismo su altri versanti tematici.

Tre le sezioni dell’allestimento: il luogo, la tecnica, le persone. Viene ridisegnata quella che era una città nella città. Ci sono gli spazi aziendali, che nel momento di massima espansione interessavano il perimetro compreso tra Campovolo, viale Adua, via Makallè e linea ferroviaria. Lì negli anni ‘40 si aggiravano 12mila dipendenti, tra stabilimenti, laboratori per la formazione professionale, zone residenziali destinate alle maestranze, aree per il tempo libero.

La produzione nel corso del ‘900 ha riguardato un’ampia gamma di prodotti: treni a vapore, velivoli bellici, gigantesche gru come quelle utilizzate dalla Micoperi per il recupero della Costa Concordia, impianti per la potabilità dell’acqua, macchinari per i mulini. E sempre alle Reggiane riconduce una parte della stagione delle lotte sindacali. Oppure gialli correlati al periodo bellico, come il progetto di un mastondontico velivolo che sarebbe dovuto portare a New York centinaia di viaggiatori.

Il percorso di visita si apre con alcuni plastici. Rievocano l’estensione dell’area e svelano in particolare alcuni settori. Largo poi a documenti, foto e memorie che appartengono al vissuto delle Reggiane, esempio di archeologia industriale di cui Reggio va riappropriandosi dopo decenni di oblio. Ecco la ricostruzione dello spazio di lavoro di un disegnatore tecnico, con gli strumenti e le peculiarità di quando andava tracciando la sua matita.

L’iniziativa propone uno spaccato dell’archivio, che contiene oltre 3mila pezzi. Si tratta del primo capitolo di una lunga storia, dove ci sono ancora zone d’oscurità in attesa di essere indagate e che riserveranno sorprese. Sino al prossimo 28 febbraio, con eventi correlati. Info: 0522.585654