Reggio Emilia, 17 febbraio 2025 – Parla anche reggiano la splendida avventura sanremese di Lucio Corsi, la vera rivelazione del Festival 2025. Il menestrello grossetano nella serata finale della kermesse ha infatti eseguito la sua canzone, ‘Volevo essere un duro’, suonando una chitarra elettrica firmata Wandrè – una ‘Oval’ –, creata nel 1958 dal liutaio cavriaghese Antonio Pioli, che tra il 1957 e il 1968 ideò, e nella sua bottega realizzò circa 30 modelli, poi fabbricati in serie e marchiati con quello che, a lungo, fu creduto il suo soprannome: Wandrè, appunto. In realtà era il suo secondo nome all’anagrafe, che il padre gli diede in omaggio a un cantante del tempo; poi il futuro ‘artista della chitarra elettrica’, dal titolo di un libro che ne racconta la vita, da adolescente lo modificò in Wandrè.

“Le chitarre di Wandrè meritano un museo, Reggio ci aiuti”
A consegnare la chitarra a Lucio Corsi proprio i membri del collettivo ‘Partigiani di Wandrè’, un gruppo di appassionati reggiani, con estensioni a Bologna e Milano, che tramanda il ricordo delle opere dell’artigiano cavriaghese scomparso a 78 anni, nel 2004.
Come è nata l’intesa tra Corsi e le chitarre Wandrè lo spiega Gianfranco Borghi, uno degli animatori storici del Collettivo assieme a Marco Ballestri (autore del volume sopra citato e liutaio per hobby) e Giorgio Menozzi: “Uno degli scopi del nostro gruppo, di cui fanno parte musicisti e non, tutti collezionisti di chitarre Wandrè – spiega – è continuare a evidenziarne l’importanza nel mondo della musica, organizzando eventi (grande successo ha avuto la mostra ‘Wandrè la chitarra del futuro’, presso il museo della Musica di Bologna, ndr) o dandole a musicisti che le suonano nei loro spettacoli. Due anni fa eravamo a Rimini, per un concerto in onore di Ivan Graziani. C’era anche Lucio, suo grande estimatore. Ci siamo parlati a lungo poi, quando la sua partecipazione al Festival 2025 è diventata ufficiale, ci ha chiamato e ci ha detto che avrebbe voluto suonare la sua canzone con una chitarra Wandrè – nella serata delle cover è stata suonata da Tommaso Ottomano –. Quindi a gennaio siamo andati a Milano a portargliela, poi Marco Ballestri, in questo periodo, l’ha aiutato a metterla a punto. E’ nato un rapporto importante e siamo felici e orgogliosi del suo successo”.
‘Wandrè’ Pioli fu il primo in Italia a costruire chitarre e basse elettrici, suonate e apprezzate poi in tutto il mondo. Tra i suoi estimatori Bob Dylan, Frank Zappa, l’attore americano Johnny Depp, che ne ha regalata una all’amico Joe Perry, chitarrista degli Aerosmith. Fu la prima chitarra usata da un giovane Adriano Celentano e la più usata dai Nomadi e da Francesco Guccini (“le sue chitarre - ha detto di Wandrè - non erano chitarre come hanno da essere le chitarre, piuttosto oggetti dotati di un’anima propria, ribelli, addirittura pericolose”).
Antonio Wandrè Pioli battezzava i suoi modelli, realizzati con richiami alla bellezza femminile e ai dischi volanti, con nomi particolari quali: Spazia, Selene, Etrurian, Mini, fino all’ultimo modello, la Psychedelic Sound, presentato nell’aprile 1967. Si calcola che nel mondo siano attualmente presenti circa 40mila chitarre Wandrè.