Reggio Emilia senza svaghi, il turismo arranca

La classifica del tempo libero pubblicata dal Sole 24 Ore

Buone le prestazioni dell’offerta teatrale e della spesa pro-capite in cultura

Buone le prestazioni dell’offerta teatrale e della spesa pro-capite in cultura

Reggio Emilia, 20 agosto 2019 - Un turista non ‘resiste’ mediamente più di due giornate a Reggio. È il dato che emerge dall’indice del tempo libero nell’indagine sulla qualità della vita condotta e pubblicata da Il Sole 24Ore. Una classifica che impietosa che conferma come la nostra città debba ancora lavorare molto sulla vocazione turistica a cui aspira, una delle sfide prioritarie che l’Amministrazione del sindaco Luca Vecchi si prefigge di vincere in questo lustro. Nella graduatoria delle province italiane siamo al 55° posto, esattamente a metà, con un indicatore 214,9 punti tra cultura, turismo ed eventi. E addirittura ultimi in regione, della quale però la Romagna porta in alto la bandiera.

I numeri che però portano a riflettere sono quelli relativi alle sottoclassifiche, ambito per ambito, dell’indagine. In particolare le notti trascorse nelle nostre strutture ricettive che ci pongono all’89° posto, nei bassifondi italiani. La densità di presenze turistiche per chilometro quadrato è di 784,4 persone in un anno, cifra che ci inserisce all’80° posto. Per fare un parallelismo, Rovigo è al 56° posto, di gran lunga più visitata; non ce ne vogliano i rodigini (anzi, in realtà è un plauso alle loro capacità di accoglienza e di appeal), ma come storia, arte e varietà di offerta turistica, Reggio dovrebbe essere – perlomeno sulla carta – di gran lunga più competitiva. E non basta neppure, evidentemente, la tradizione culinaria e gastronomica con il Parmigiano-Reggiano in primis perché per quanto riguarda la ricettività degli agriturismi ci vede al 66° posto con 31,4 strutture ogni mille chilometri quadrati.

Prima di noi ci sono province che sul cibo non dovrebbero superarci, con tutto il rispetto, come Gorizia (17° posto), Verbano-Cusio-Ossola (31°) e Teramo (39°). Per i ristoranti e i bar siamo 72esimi, con Isernia – tanto per fare un esempio – che ci surclassa al 24° posto.

Nel comparto cultura non va meglio. Per le librerie siamo addirittura 93esimi: ce ne sono 4,9 ogni 100mila abitanti (Massa Carrara e La Spezia sono ai primi posti). Mentre ci sono 0,5 concerti e spettacoli (63° posto in classifica, sperando che la futura Arena Campovolo alzi la media), 0,8 mostre (44° posto) e 2,6 eventi sportivi (46° posto) ogni mille abitanti. Ma non ci sono solo ombre. C’è voglia di cultura perché la spesa pro capite per gli spettacoli è di 39,8 euro e ci colloca al 25° posto, meglio di Mantova, Modena e Perugia che hanno una vocazione più turistica. Così come funzionano i nostri teatri: siamo 18esimi in Italia per numero di spettacoli (2,9 ogni mille abitanti).