Apicoltura Reggio Emilia, 500 imprese a rischio

Allarme Coldiretti: gli sconvolgimenti climatici hanno prodotto un drastico calo della produzione di miele

Sos per l'apicoltura reggiana

Sos per l'apicoltura reggiana

Reggio Emilia, 21 agosto 2019 - La produzione di miele è in continuo calo dal 2017 e a rischio ormai c’è il reddito aziendale dei 500 apicoltori reggiani. A darne notizia è la Coldiretti di Reggio Emilia in seguito alla pubblicazione dell’analisi della campagna produttiva 2019 di Ismea che stima un calo del 40% per la produzione nazionale dei mieli primaverili come l’acacia e gli agrumi. Il miele di acacia, secondo l’elaborazione di Coldiretti sui dati Ismea, risulta essere la tipologia più colpita con una produzione regionale quasi totalmente azzerata per il 2019 con una valore relativo al mancato guadagno per la produzione dell’Emilia Romagna pari a 11.376.000 euro. La mancata produzione e quindi il mancato ricavo – commenta Coldiretti Reggio Emilia - è comunque solo una parte del danno economico subito dalle imprese alla quale si aggiungono i danni determinati dalle numerose famiglie di api morte di fame, dal costo dell’alimentazione di soccorso, dalle febbre sciamatoria con sciamature ripetute e numericamente consistenti che ha colpito alcune zone e dalla irregolare attività di deposizione delle regine e problemi sanitari generali della covata (peste europea, virosi, covata calcificata) a carico delle famiglie indebolite e fortemente stressate, come si legge nel rapporto Ismea. Sono le condizioni meteorologiche avverse, unitamente al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici – dichiara Coldiretti Reggio Emilia - i principali responsabili del continuo calo di produzione del miele. Il 2019 si è stato caratterizzato da un inverno siccitoso, una primavera con temperature sopra la media stagionale, seguita da copiose precipitazioni, unite ad un significativo calo termico; condizioni che hanno determinato, praticamente in tutto il territorio nazionale, un’assenza delle fioriture primaverili.

Il risultato – precisa la Coldiretti - è che quest’anno la produzione nazionale risulterà ben al di sotto delle oltre 23,3 milioni di chili del 2018. Lo stato di sofferenza delle api, che sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente, è rappresentativo in realtà dello sconvolgimento provocato dal clima sulla natura, animali e piante. «È un vero e proprio stato di calamità per l’intero comparto per la nostra provincia e per l’intera regionale – commenta il direttore della Coldiretti di Reggio Emilia Maria Cerabona – ei confronti del quale è necessario intervenire per garantire un futuro alle imprese apistiche reggiane.