Edilizia, a Reggio Emilia chiuse duemila aziende in 10 anni

Crisi più pesante che nel resto della regione. I Comuni più colpiti. Ma c'è uno spiraglio

Il trend negativo dell'edilizia reggiana

Il trend negativo dell'edilizia reggiana

Reggio Emilia, 20 marzo 2019 - Il peggio sembra essere alle spalle, ma certo è che il settore dell’edilizia ha pagato un pesantissimo tributo alla crisi economica avviatasi nel 2008. Nell’ultimo decennio, infatti, il comparto delle costruzioni ha mostrato, nella nostra provincia, un calo del 15% del numero delle imprese. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio, dal 2008 al 2018 le imprese sono diminuite di 2.075 unità, con un trend che dal 2012 in poi è sempre stato negativo e ha portato a perdere quasi il 25% degli addetti. La crisi delle costruzioni, tra l’altro, nel nostro territorio è stata più forte rispetto all’Emilia Romagna, che nello stesso periodo ha registrato una quota di cessazioni d’attività (9,5%) inferiore a quello reggiano di 5,5 punti percentuali. Tra i Comuni della nostra provincia, quelli più colpiti dall’andamento negativo del settore sono stati, nell’ordine, Reggio Emilia, Reggiolo, Guastalla, Montecchio Emilia e Gualtieri, che insieme hanno visto chiudere, in 10 anni, un numero di imprese pari al 41% di tutte le aziende edili cessate in provincia. Sono soprattutto le imprese piccole (con un massimo di nove addetti) che hanno risentito maggiormente dell’andamento generale (-15,1%), al contrario di quelle più strutturate (con più di 50 addetti) che sono cresciute del 15%. Anche i fallimenti confermano questo andamento critico: nel 2018 l’edilizia è stata il secondo settore per numero di aperture di procedure, con una lieve crescita rispetto al 2017 e con più di un’impresa su 5 fallita.

In questo contesto, però, uno spiraglio per l’industria delle costruzioni viene dall’analisi dei risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale, che nell’ultimo trimestre del 2018 ha registrato un incremento del volume di affari pari al 2,8% Altro indicatore positivo è rappresentato dalle previsioni degli imprenditori, che nel 20% dei casi prevedono, nell’immediato futuro, un aumento del volume d’affari dopo anni di buio.