Crisi Ferrarini, Pini e Amadori in campo per le acquisizioni

I sindacati: "Buoni auspici, ma la palla passa ai commissari"

Lisa Ferrarini (foto Artioli)

Lisa Ferrarini (foto Artioli)

Reggio Emilia, 18 febbraio 2019 - Le conferme ufficiali sono arrivate. Resteranno italiani (ma non più emiliani) i prosciutti dello storico marchio agroalimentare Ferrarini, che impiega circa 800 lavoratori.

In un incontro avvenuto oggi in mattinata nella sede dell’impresa reggiana, attualmente in concordato preventivo, sono stati ufficializzati, alla presenza delle sigle sindacali, i nomi dei due soggetti industriali che avevano manifestato interesse all’acquisto delle società del gruppo ed è stato formalizzato un pre-accordo sul destino degli stabilimenti di Parma e Reggio Emilia, che fanno parte della Ferrarini Spa.

Ad acquisire la quota di maggioranza di questa società sarà il gruppo Pini, colosso con sede in provincia di Sondrio, specializzato in salumi della tradizione valtellinese. Che, secondo fonti sindacali, avrebbe anche intenzione di rilanciare la produzione in Emilia costruendo un nuovo impianto.

Il cerchio pare stretto anche sulla trattativa che vede protagonista Amadori, leader nel settore pollami, interessato invece all’acquisto di Vismara, marchio di cui Ferrarini è socio di maggioranza.

Per la Flai-Cgil di Reggio Emilia – che ha convocato per venerdì un’assemblea sindacale sugli sviluppi della situazione – ci sono quindi «buoni auspici». Anche se, precisa il segretario Giovanni Velotti, «a questo punto la palla non è più nelle nostre mani, ma passa ai commissari».

Ferrarini si avvicina infatti alla scadenza della procedura concordataria, prevista inizialmente per domani. Ma l’appuntamento in tribunale per presentare il piano industriale di rilancio, che si sarebbe svolto poche ore dopo l’incontro sul possibile ingresso dei nuovi soci, è slittato al prossimo 25 febbraio. Nei prossimi giorni i sindacati saranno nuovamente ricevuti in municipio dal sindaco Luca Vecchi.