Paoli Reggio Emilia Formula 1, "Tutti i cambi gomme con le nostre pistole"

L’azienda Paoli di Reggio Emilia fornisce gli strumenti per i pit stop. Il manager Galloni: "Presto si passerà all’elettrico"

Federico Galloni mostra la pistola Hurricane ad aria compressa utilizzata ai box

Federico Galloni mostra la pistola Hurricane ad aria compressa utilizzata ai box

Reggio Emilia, 21 marzo 2022 - Una chiamata ad Enzo Ferrari nel 1975 dopo un disastroso pit stop sulla F 312 T di Niki Lauda: "Se interessa possiamo realizzare degli avvitatori pneumatici solo per voi…". È iniziata così la storia in Formula 1 della Dino Paoli, azienda di Reggio Emilia (a mezz’ora di macchina da Maranello) che attualmente fornisce le pistole ad aria compressa per i cambi gomme a tutti e 10 i team in griglia. Ma dopo quasi 50 anni, la rivoluzione è dietro l’angolo: eliminare le attuali dotazioni per realizzare le ‘E-gun’: avvitatori elettrici senza fili che cambieranno per sempre la storia dei pit stop della Formula 1.

Federico Galloni, direttore commerciale e membro del cda della Paoli, quella chiamata del patron Dino al ‘Drake’ fa sorridere. "Eppure è andata davvero così. Era davanti alla tv quando chiamò Ferrari. Negli anni ’70 ai pit stop si usavano dotazioni industriali, quelle dell’officina di paese in sostanza, ma nessuno aveva pensato a realizzare delle pistole performanti, da gara insomma. La Paoli ebbe questa intuizione. E i risultati ci diedero ragione".  Siete entrati dalla porta principale.  "Il secondo cliente è stato McLaren; non a caso sono tuttora i due team con cui abbiamo maggiori legami. Ma siamo in un mercato libero: chiunque può andare dalle squadre a presentare un prodotto migliore. Al momento evidentemente non ci sono riusciti". Facile capire il motivo: ormai i meccanici completano un pit stop in meno di due secondi.  "L’auto arriva in movimento, svito il dado, un addetto toglie la gomma, cambio con un pulsante il senso di rotazione, pneumatico nuovo, avvito. Con l’ultimo tasto do il via libera alla mia postazione; quando tutti e quattro gli addetti son pronti scatta il verde e i ‘jack’ che sostengono le macchine scendono. Tutto facile in un secondo e 90 centesimi no? Ho impiegato sicuramente più tempo a raccontarlo (scherza divertito, ndr)".   Se la tecnologia è così elevata, perché passare all’elettrico?  "Per una mera questione di costi. La rivoluzione è partita due anni fa dalla mail di un team di Formula 2: a volte buttano lì un’idea e devi essere tu a darle forma. Siamo fornitori di tantissime categorie del motorsport, dalla 24 Ore di Le Mans, al GT, o il panorama americano come Nascar ed Indycar, ma nessuno ha i costi di trasporto della Formula 1, che gira per 23 gare in tutti i continenti. L’attuale pistola Hurricane ad aria compressa costa sugli 8mila euro, ma il prezzo lievita con la struttura da allestire nei box, e quindi da caricare in aereo. Con l’elettrico il problema non si pone".  Difficile essere pronti fin da subito però.  "La F1 ha un regolamento rigidissimo. A luglio partiamo con la sperimentazione in F2; verosimilmente entro 2-3 anni sbarcheremo anche tra i ‘più grandi’. Vedete, la tecnologia sull’elettrico semplicemente non è pronta". Ci spieghi.  "Le pistole attuali lavorano a una pressione di 25-30 bar che è altissima: il vostro meccanico in officina raggiunge al massimo i 6. Svitare un dado caldo della F1 richiede una enorme forza, che l’elettrico ora non riesce a sviluppare. Ma ci arriveremo". Anche perché è un mondo che non ammette errori.  "Ci sono oltre mille dipendenti per lavorare su due macchine in un team, capite bene il livello di attenzione. Per gli ingegneri della F1 non esistono le parole ‘credo’ o ‘direi’, quanto invece militari gradi di certezza. Tutto questo è faticoso, ma allo stesso tempo un enorme orgoglio". Il cda della Paoli (dove è presente la figlia di Dino, Francesca) dichiara 7 milioni di fatturato con oltre 40 dipendenti. La F1 per voi quanto vale? "In un anno normale, dove occorre solo aggiornare le pistole, poco meno del 10%. Stiamo lavorando con la Federazione Internazionale: tutti i team hanno il nostro prodotto, ma non c’è un contratto di fornitura ufficiale (come avviene nelle gomme con la Pirelli, ndr). Il paddock comunque rimane la nostra vetrina e continueremo a spingere sull’innovazione".