Unindustria, dura critica al governo

Il vice Macchiaverna: "Dati positivi, ma l'instabilità politica preoccupa per il futuro"

Mauro Macchiaverna, vice presidente di Unindustria Reggio Emilia

Mauro Macchiaverna, vice presidente di Unindustria Reggio Emilia

Reggio Emilia, 19 febbraio 2019 – Dati soddisfacenti, quelli del terzo trimestre 2018 per l'industria reggiana. Nonostante nei mesi scorsi la dinamica economica abbia rallentato, in Europa come su base mondiale, Germania compresa, e si tema ora una frenata dell’economia statunitense , il sistema produttivo reggiano è riuscito a mantener e i dati in terreno positivo. La produzione industriale nel periodo ottobre-dicembre 2018, secondo l’indagine congiunturale di Unindustria Reggio Emilia, registra un recupero del 5,8% sull’analogo periodo dello scorso anno, dopo una flessione nel trimestre precedente che aveva interrotto una crescita durata sette trimestri consecutivi. Positivi anche gli altri indicatori del ciclo: fatturato +6,7% con una dinamica più accentuata per la componente estera (+8,6%), rispetto a quella interna (+5,9%). Guardando ai risultati sull’intero anno, nel 2018 la produzione è cresciuta mediamente dell’1,5% e il fatturato del 3,8%. Il 34% delle imprese non ha registrato variazioni negli ordini, il 42,3% li ha incrementati e per il 23,7% sono diminuiti. Crescono le scorte su livelli decisamente più elevati di quelli considerati normali. L’occupazione segna un incremento del 5%. Appaiono deboli le prospettive per i prossimi mesi perché varie forze, debolezza degli scambi mondiali, politiche protezionistiche, tensioni USA-Cina e in altre aree (Iran, Venezuela), incognite sulla Brexit, l’importante calo delle vendite di auto soprattutto in Italia, alimentano una forte incertezza. Mauro Macchiaverna, vice presidente Unindustria Reggio Emilia, commenta: “Nonostante le imprese reggiane abbiano recuperato la flessione registrata nel trimestre precedente, si evidenzia un quadro a “macchia di leopardo” con alcune realtà che riescono a crescere e altre che soffrono già il rallentamento internazionale. Sono segnali che destano una fondata apprensione nel mondo imprenditoriale a cui si aggiungono altri fattori di preoccupazione co me l’instabilità politica e il rischio di isolamento internazionale dell’Italia che stanno indebolendo il clima di fiducia delle aziende, efficacemente rappresentato in queste settimane dalla risalita dello spread. Ci si auspica che i l governo adotti misure anticicliche per contrastare il rallentamento dell'economia italiana, ad esempio sbloccando i ventisei miliardi di euro già stanziati per attivare opere e cantieri. Servono politiche strutturali per l’innovazione in ottica di Industry 4.0 e per la formazione del capitale umano chiamato a gestire le nuove tecnologie. Devono essere rimesse al centro dell’azione di governo la crescita e la creazione del lavoro anziché misure assistenzialistiche che rischiano di ingrossare il mercato del lavoro nero”.