Afghanistan, Di Maio: "Non possiamo dare le liste ai talebani"

Il ministrod egli Esteri il collegamento con il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e il direttore di QN - il Resto del Carlino, Michele Brambilla

Il ministro Luigi Di maio in collegamento con Stefano Bonaccini e Michele Brambilla

Il ministro Luigi Di maio in collegamento con Stefano Bonaccini e Michele Brambilla

Scandiano (Reggio Emilia), 30 agosto 2021 - “Questa settimana convocheremo una cabina di regia con tutti i ministeri che dialogherà anche con le Regioni e i Comuni per garantire la formazione ai bambini afghani”. È l'impegno del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio intervenuto in videocollegamento a un incontro a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, dov'è intervenuto alla presentazione del libro “Il Paese che vogliamo”, scritto dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Il capo della Farnesina e il governatore hanno dialogato col direttore del QN-il Resto del Carlino, Michele Brambilla, in una gremita piazza Fiume.

“Non possiamo dare le liste di quelli da evacuare ai talebani. Noi - ha spiegato il ministro - non possiamo fare corridoi umanitari immediatamente dall'Afghanistan, perché dovremmo dare la lista di coloro che vogliamo portare in Italia alle autorità talebane. Dobbiamo lavorare coi Paesi confinanti con l'Afghanistan. Con Pakistan, Iran, Uzbekistan e Tagikistan dove i profughi in queste ore stanno scappando. Sosterremo l'immigrazione in questi Paesi e creeremo corridoi per dare un futuro migliore a donne e bambini”, ha indicato la rotta Di Maio che lancia così l'avvio della cosiddetta 'Fase 2', ossìa “il piano operativo per il popolo afghano che scatterà la prossima settimana”.

"Non abbiamo fatto rientrare l'ambasciatore Sandalli per ragioni di sicurezza - ha poi stroncato le polemiche Di Maio -, altrimenti non avremmo lasciato neanche il console Claudi. Qui alla Farnesina abbiamo l'unità di crisi e l'ambasciatore aveva bisogno di tutte le strumentazioni che servono per gestirla. Sandalli mi aveva chiesto di restare a Kabul. Io gli ho detto: 'Se devi gestire l'evacuazione di migliaia di afghani devi avere il database dell'intelligence, non lo puoi fare dall'aeroporto di Kabul con uno smartphone'".

"Ho visto tante polemiche sull'Italia che scappa - ha aggiunto il ministro -. L'ambasciatore Sandalli non merita queste polemiche. Da qui, dall'unità di crisi, ha gestito la più ampia evacuazione di afghani dell'Unione Europea".

Una sfida, quella sull'accoglienza, raccolta anche da Bonaccini: “Dopo i primi cento afghani accolti nel Piacentino e nel Parmense e gli altri cento nel Modenese, ne attendiamo altri. Chiederò al ministro Luciana Lamorgese di venire in conferenza Stato-Regioni perché abbiamo bisogno di avere un quadro complessivo. Mi auguro che tutti diano disponibilità ad un'accoglienza sacrosanta. Si parla di dare diritti e un futuro a chi rischia la vita. Faremo tutto ciò che serve”, ha spiegato il governatore.

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Il green pass

Il ministro è poi passato a parlare del green pass, che da mercoledì 1 settembre sarà obbligatorio anche per trasporti e lunga percorrenza. "O abbiamo il Green pass e quindi un livello di vaccinazione alto, oppure dobbiamo chiudere le imprese, chiudere gli esercizi commerciali. Non c'è una via di mezzo", ha poi sottolienato il ministro. "Io vedo che c'è tanta polemica: a quali attività stiamo applicando il Green pass, a chi allargarlo. Su questo io mi affido alla comunità scientifica, agli esperti. Però deve essere chiaro, senza green pass avremmo dovuto chiudere esercizi commerciali e attività economiche e questo avrebbe impattato sulla crescita e lo sviluppo del Paese".