Salute: tumore al seno, l'allattamento protegge la donna

'Carlino Salute': colloquio col dottor Carlo Alberto Mori

Il dottor Carlo Alberto Mori

Il dottor Carlo Alberto Mori

Reggio Emilia, 10 novembre 2018 - La settimanale rubrica che Carlino Reggio, in collaborazione con Villa Verde, dedica ai temi della salute affronta una patologia di grande impatto sulla vita delle donne, il tumore al seno. Come attuare una corretta prevenzione? Ne parliamo col dottor Carlo Alberto Mori.

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“Il tumore al seno è il più frequente per quanto riguarda le donne. Si stima che una su 9 nella corso della propria vita ne sia colpita. Va però detto subito che al giorno d'oggi si guarisce nel 90% dei casi”. Con il dottor Carlo Alberto Mori, specialista in radiodiagnostica che a Villa Verde si occupa dell'ambulatorio di diagnostica senologica affrontiamo questa importante patologia. E la parola chiave ancora una volta è prevenzione che in termini diagnostici significa essenzialmente mammografia. Dottor Mori, come sono cambiate le cose nel tempo? “Diciamo che il tumore al seno colpisce donne più giovani rispetto a una volta. La mortalità invece è calata (più prevenzione, cure farmacologiche avanzate, interventi chirurgici meno invasivi)”. E' una patologia che si può prevenire? “Non si può prevenire a livello di prevenzione primaria. Mi spiego. Non c'è un rapporto come ad esempio quello tra fumo e cancro al polmone. Per il tumore al seno si conoscono come cause principali la familiarità soprattutto se genetica e su questo non possiamo farci niente. Poi l'età: più invecchio, più rischio di ammalarmi anche se per contro con l'avanzare dell'età il tumore diventa meno aggressivo e progredisce più lentamente. E' questo il motivo per cui il programma di screening va dai 45 ai 74 anni. Infine anche lo stile di vita può giocare un ruolo. La gravidanza e l'allattamento sono invece fattori protettivi”. Se dunque il tumore al seno non si può prevedere in via primaria, assume un'importanza decisiva la cosiddetta prevenzione 'secondaria'. Di cosa si tratta? “Significa cercare di trovare il tumore più piccolo possibile e più curabile”. Come si fa? “Le linee guide dicono che fino ai 40 anni in assenza di sintomatologia (il dolore ad esempio, ndr) o di famigliarità non è prevista alcuna indagine strumentale preventiva. La prevenzione vera e propria si inizia a fare con la mammografia a partire dai 40 anni. Una mammografia ogni 12-18 mesi dai 40 ai 45 anni. Dai 45 ai 50 una volta l'anno. Dai 50 ai 74 ogni due anni”. Le ragazze giovani prima dei 40 anni cosa devono e possono fare? “Lo spartiacque della prevenzione, come abbiamo detto, sono i 40 anni. Prima l'autopalpazione che non serve a fare una diagnosi ma ad imparare a conoscere il proprio corpo. In caso di dubbi ci si deve rivolgere al proprio medico. E se è necessario un esame diagnostico il primo è l'ecografia”. C'è una maggior coscienza delle donne sul fronte della prevenzione? “Sicuramente. Basti pensare che il tasso di adesione al programma di screening è altissimo (circa l'80%, ndr)”. In cosa si caratterizza l'attività di Villa Verde? “Innanzitutto nell'utilizzo della mammografia con tomosintesi. Si tratta di un'apparecchiatura applicata al mammografo che - attraverso una ricostruzione stratificata del seno - consente un'estrema accuratezza diagnostica nello scoprire e localizzare lesioni mammarie che possono anche sfuggire ad una mammografia tradizionale. Gli studi fatti forniscono risultati nettamente migliori”.