Cristiano Burani: «Pechino ha voglia di moda italiana»

Lo stilista emergente sbarca in Cina

Cristiano Burani

Cristiano Burani

Reggio Emilia, 12 aprile 2015 - Una full immersion entusiasmante, per la visibilità ottenuta e il mercato. «Anzi, uno scambio! – spiega Cristiano Burani, appena tornato dalla Cina – perché sia chiaro che anche loro hanno bisogno di noi».

Lo stilista reggiano (43 anni) ha calcato per la prima volta la Mercedes-Benz China Fashion Week, a Pechino. Il designer presentava la sua collezione donna autunno inverno 2015/2016 nel distretto artistico 751, davanti a un parterre di giornalisti, buyers, vip e rappresentanti istituzionali internazionali: «Un complesso post industriale, riqualificato, dove è stata posizionata una passerella di 30 metri sormontata da luci bellissime. Avere uno stilista emergente italiano per loro è importante».

L’iniziativa sostenuta da Camera Nazionale della Moda Italiana vuole dare visibilità su un mercato strategico come quello cinese al talento di Cristiano Burani, a riprova della mission della Cnmi: internazionalizzazione e sostegno concreto alle nuove generazioni.

«Sono molto felice di aver rappresentato l’Italia davanti alla platea di investitori cinesi, unico italiano selezionato – prosegue il reggiano, rientrato l’8 aprile - Questo momento di attenzione rafforzerà la crescita del brand e la collaborazione con importarti canali distributivi in Asia. Ringrazio Camera della Moda per il prezioso supporto». L’avviso di una probabile partecipazione alla settimana della moda cinese era giunto a fine febbraio: «Forse ti portiamo in Cina a sfilare, mi dissero. Una mossa vincente. I grandi brand hanno colonizzato le città ma c’è una fascia alta di viaggiatori che cerca altrove, focalizzandosi sui giovani. Una Cina in crescita, che ha fame di Occidente. A questo punto i valori si ribaltano e siamo noi a vendere e loro a comprare» - evidenzia il Ceo dell’azienda C. B.. Il quale dopo il defilé ha tenuto una lecture in una locale Università: «Ero ospite del corso di fashion design, non rivolto a studenti, ma a imprenditori con la curiosità di vedere come si crea una collezione. Ho dimostrato che le nostre idee non sono emulabili».

Modelle cinesi in passerella, con il reggiano: «Sì, per mostrare che i miei capi stanno bene anche sulle loro proporzioni. La Cina è enorme ma il genotipo è simile. Tutta la collezione rimane fino al 26 aprile e a questa si affianca lo show room, che abbiamo allestito a Shanghai. Sono già arrivati ordini. Il colosso cinese è una macchina macina soldi. Noi dobbiamo ribadire il nostro modo di fare impresa, che è più romantico, ma funziona».