Biogas a Gavassa, chiesta un'istruttoria pubblica

Le opposizioni cercano di aprire in extremis un dibattito sull’impianto, lunedì voto in consiglio. "Il sindaco aveva promesso un confronto prima delle elezioni"

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Reggio Emilia, 1 novembre 2019 - «Il sindaco Luca Vecchi aveva promesso prima delle elezioni di aprire un confronto sul biogas e non l’ha fatto? Noi chiediamo l’apertura di un’ istruttoria pubblica ». Le opposizione compatte cercano in extremis di aprire una discussione sul contestato progetto di Gavassa. Lega, M5s, Forza Italia, Alleanza Civica e Gruppo Misto chiedono di avviare un’istruttoria pubblica, strumento previsto dal Regolamento comunale per l’attuazione degli Istituti di partecipazione. La richiesta arriva in extremis e sarà discussa lunedì in consiglio comunale . All’ordine del giorno precede proprio le delibere che darebbero il via al progetto. Se la richiesta di aprire un’istruttoria sarà accolta, i punti successivi dovranno essere rinviati. L’istruttoria pubblica è una sorta di commissione aperta, che prevede un calendario di appuntamenti, la possibilità di partecipare per cittadini e associazioni e il coinvolgimento di esperti. Al termine viene stilata una relazione. Di fronte alla fretta manifestata dal Comune, le opposizioni spingono quindi per avviare un confronto.

«È una richiesta doverosa per approfondire dubbi e preoccupazioni dei cittadini - dice Matteo Melato (Lega) -. Il percorso partecipativo promesso dal sindaco prima delle elezioni non è stato mantenuto, l’atteggiamento di questa giunta non ci piace. Siamo usciti dalla Commissione senza nessuna rassicurazione sull’impatto di questo impianto. Serve un confronto serio, tanto più che non c’è nessuna emergenza che giustifichi tanta fretta». «Quando ci sono progetti corposi che interessano una multiutility come Iren i tempi si velocizzano - afferma Cinzia Rubertelli (Ac) -, mentre a Reggio ci sono opere che sono ferme da anni. Sarà lo spettro delle elezioni regionali a dare fretta?» Senza dimenticare la spinta data a questo tipi di impianti dagli incentivi introdotti prima delle ultime elezioni politiche.

«Possiamo affermare - sostiene Gianni Bertucci (M5s) - che un intervento come quello di Gavassa non ha effetti certi, ma rischi altissimi. Bisogna allora chiedersi se vale la pena mettere un’eccellenza come il Parmigiano Reggiano di fronte a una logica che è collegata agli utili industriali». «L’istruttoria pubblica è doverosa e necessaria - sottolinea Claudio Bassi (Fi) -. Un’infrastruttura di questa portata avrà un impatto ambientale enorme. Usciranno 70 camion al giorno dall’impianto. Eppure è stata portata in consiglio comunale in modo semplicistico, non ci sono state date le giuste garanzie. Occorre essere certi che non possano esserci danni al Parmigiano reggiano».

Molti sono i punti controversi sul progetto segnalati dai consiglieri di opposizione. La battaglia non è contro il biometano, anzi: sotto tiro sono soprattutto la scelta dell’area, le garanzie ritenute non sufficienti per il parmigiano reggiano, le dimensioni dell’impianto destinato a ricevere gran parte del materiale da fuori provincia. Gianluca Vinci , deputato e consigliere comunale della Lega, rilancia: «Abbiamo presentato due emendamenti in Senato che riportano alle Regioni più potere sulle scelte sul biomet ano. Vogliamo che prendano in mano le normative». Esplicito il riferimento a un eventuale successo elettorale del Carroccio in Emilia Romagna: con nuove regole il nuovo governo regionale deciderebbe il futuro dell’impianto. «Non ci fidiamo certo di parole su un ridimensionamento - prosegue il leghista - e non va messo a Gavassa che è un territorio totalmente agricolo. Ci sono altre aree più compromesse come Cavazzoli». «Iren ha detto chiaramente - sottolinea Melato - che dopo il periodo di autolimitazione, c’è l’intenzione di far andare la struttura a pieno regime».