Reggio Emilia, la Cgil silura Mora. Lui: "Assemblea di farabutti"

La furia del segretario generale uscente: "E' il mio 25 aprile". Per la prima volta la Cgil resta senza una guida

Guido Mora all'assemblea della Cgil: la rabbia dopo la non riconferma (foto Artioli)

Guido Mora all'assemblea della Cgil: la rabbia dopo la non riconferma (foto Artioli)

Reggio Emilia, 25 ottobre 2018 -  C’È chi la chiama «la notte dei lunghi coltelli della Cgil», chi piange in platea, chi dice che «dopo i martiri del 7 luglio non c’è mai stato niente di così grave a Reggio Emilia». Di fatto, si è consumato uno dei più storici e clamorosi strappi politici che questa terra abbia mai partorito. La Cgil reggiana, per la prima volta, resta senza segretario al termine del congresso. Congresso numero 18, quello che si ricorderà negli annali. Il colpo di scena, che ha gettato nel panico iscritti e delegati, è avvenuto poco prima delle 19 sulla ribalta del teatro Ariosto, in cui era in corso la due-giorni per l’elezione del nuovo leader. 

Ma Guido Mora, segretario generale uscente, a sorpresa non è stato riconfermato. L’assemblea generale eletta dal congresso, composta da 144 membri, ha infatti respinto la proposta avanzata dai centri regolatori. Sessantasei i voti favorevoli alla proposta, settantacinque i voti contrari; 141 i votanti. Un esito senza precedenti, che nessuno avrebbe potuto prevedere. 

E, alla lettura del risultato, cala il gelo in sala. Solo una persona, nel silenzio, si alza in piedi ad applaudire. Un suono sordo, che rimbomba; proviene dalle mani dello stesso Guido Mora; rapide falcate lo separano dal microfono. Poi, prende la parola: «Devo solo dire grazie. Grazie di cuore, soprattutto a quei farabutti che sono dentro questa assemblea generale. Vi ringrazio perché oggi è il mio 25 aprile personale, la liberazione da un impegno che credo di aver svolto sempre con devozione, ma evidentemente non è stato giudicato così. Comunque buona fortuna, perché ne avrete tanto bisogno». 

Poi se ne va, sbattendo la porta. Il resto sono teste scosse, occhi lucidi, bocche cucite, «ufficialmente». «Se Mora non fosse stato certo di avere la maggioranza non si sarebbe mai ricandidato», sussurrano fuori gli addetti del sindacato sotto choc. Nessuno però tra i dirigenti può o vuole commentare.  «Franchi tiratori l’hanno fatto fuori», il leit motiv. Anche perché la sua elezione sembrava scontata. Unico candidato. Nel segreto dell’urna, a voto segreto, è invece avvenuto il ribaltone. Ora si aprirà la consultazione. I centri regolatori avvieranno una fase di confronto propedeutica alla riconvocazione dell’assemblea generale. Al momento, però, la Cgil di Reggio Emilia non ha un segretario. Ed è clamoroso, per la storia di questa città e per la portata simbolica che questa frattura porta con sé. Una rivoluzione.

Lo scontro, tutto interno alla Camera del Lavoro, è maturato probabilmente per motivi politici. Alcuni detrattori dell’ormai ex segretario sostengono infatti che Mora abbia avuto una gestione troppo verticistica del sindacato, che non lasciava spazio a voci contrarie. Opposta, invece, la visione dei suoi fedelissimi.

Ciò che è certo è che questa frattura ha un valore storico, perché la città che ha dati i natali al probabile futuro segretario nazionale Maurizio Landini, per la prima volta, si trova senza una linea politica definita.  Guido Mora, 62 anni, operaio metalmeccanico della ditta B.C.S. Ferrari di Luzzara, in aspettativa per la Fiom, ha operato nella zona di Guastalla per la categoria prima e per la Cgil poi; nel 1998 è stato eletto segretario provinciale della Fiom di Reggio Emilia e dal 2006 è componente della segreteria provinciale della Camera del Lavoro della quale dal 2012 era primo responsabile (eletto con il 56% dei voti).

Già a fine 2015 nell’ente di via Roma si era consumata una lancinante spaccatura quando la minoranza interna (che si riconosceva allora in Susanna Camusso contrapposta alla maggioranza fedele a Maurizio Landini) aveva dichiarato rotto il patto unitario interno ed era uscita dalla segreteria provinciale, formando un proprio coordinamento promosso dai segretari di alcune categorie. Strappo rientrato l’anno dopo con l’elezione di una nuova segreteria equilibrata tra le due ‘anime’ del sindacato. Ora, però, tutto è tornato a galla.