Hypercar, Mercalli contrario: "Un delitto ambientale"

Reggio Emilia, 28 dicembre 2021 - Luca Mercalli, noto climatologo e divulgatore scientifico, cosa ne pensa dell’operazione Silk Faw a Gavassa? "Sono totalmente contrario. Principalmente per due motivi". Luca Mercalli, noto climatologo e divulgatore scientifico Partiamo dal primo. "Ovviamente di tipo ambientale. Impiantare nuove attività su suolo vergine è criminale. Ma non lo dico io eh, lo dice il Governo stesso col rapporto sul consumo di suolo che viene stilato dall’Ispra, istituto superiore del Ministero. Il quale dice che occorre fermare questa emorragia dello sfruttamento di terreno per edificare e che la priorità è quella di costruire sul costruito, non un metro quadrato in più. Ne va anche della diminuzione di Co2, delle biodiversità e delle protezioni del sottosuolo sul filtraggio delle acque, giusto per dire tre aspetti fondamentali. Se proprio si vuol costruire altre infrastrutture, lo si faccia in zone già compromesse. Ce ne sono tante di aree periferiche, con capannoni vuoti o caserme dismesse…". Maxi stabilimento Sik Faw a Gavassa Qual è il rischio principale? "La Pianura Padana ha il suolo migliore del mondo. Costruirci sopra altro cemento sarebbe un delitto. C’è un terreno di altissima qualità che deve servire a produrre cibo. Siamo nella terra del Parmigiano Reggiano o qualcuno racconta l’eccellenza della filiera alimentare solo quando gli pare?". Eppure il mantra dei politici eletti negli ultimi anni – dai governatori di Regione ai sindaci, specie in Emilia-Romagna – recita: ‘Stop al consumo di suolo’. Solo promesse? "Sì, perché manca una legge. E anche in Emilia-Romagna, dove il 40% del suolo è consumato, c’è una legge a metà e che permette delle compensazioni". Volendo fare i precisi, il terreno sul quale sorgerà lo stabilimento di Silk Faw è privato… "Il suolo non è più privato in questa emergenza climatica che stiamo attraversando. È un bene scarso ormai e non è rinnovabile. Ecco perché deve essere considerato pubblico. E poi quante cose sono private, ma convincono. L’operazione Silk Faw invece non convince. Manca anche la cultura purtroppo sulla tutela del suolo. Dovrebbe essere considerato come un palazzo del ‘500; se qualcuno arriva a comprarlo con l’intenzione di buttarlo giù, ecco che interviene la Soprintendenza a fermare tutto. Ecco perché siamo deboli di fronte a queste speculazioni". E il secondo motivo per cui è contrario? "La tipologia di fabbricazione. Non abbiamo bisogno di hypercar. In un mondo che sta arrancando a livello ambientale e sociale, dovremmo tutti risparmiare risorse. Abbiamo un bisogno disperato di fare sostenibilità sociale e ambientale. Semmai servirebbe una piccola fabbrica di auto elettriche, accessibili a tutti. E non solo per ricchi. Si parla tanto di passare all’elettrico, ma anche con gli incentivi statali queste vetture sono troppo care. Così come sui consumi, è una favoletta: un hypercar elettrica consumerà tantissimo comunque. Abbiamo bisogno di piccole utilitarie, di una ‘Panda elettrica’ tanto per capirci e non di un’hypercar che vada ai trecento all’ora. È una necessità infantile, da film ‘Il Sorpasso’, che va abbandonata per il futuro perché non porta a nulla". Però i posti di lavoro creati… "No, no e no. Non ci sono più scuse che tengono. Neppure la creazione di occupazione. Lo ripeto e lo grido se serve: siamo in un mondo dove il cibo scarseggerà e dove aumenterà la popolazione. Forse tra vent’anni i nostri figli avranno fame. E faticheremo a trovare un centimetro di terra per produrre da mangiare. Furbi invece i cinesi che hanno comprato della terra da coltivare in Africa, però vengono a cementificare a casa nostra. Lo facciano a casa loro…". Daniele Petrone

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Lo stabilimento di Gavassa, il climatologo e divulgatore: "Dovremmo trattare il terreno come si fa con un palazzo del ’500"

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