Montanari attacca Di Maio: "In Europa si cala le braghe, agisce come un piddino"

L’esponente grillino contro i generali a 5 stelle

Marco Montanari

Marco Montanari

Reggio Emilia, 16 dicembre 2018 - «Quanti marchi di fabbrica del Pd sono diventati ora la cifra del discorso politico degli attuali dirigenti del M5s. Sono soddisfazioni». Non poteva colpire in modo più veemente i vertici del proprio partito, Marco Montanari. Ancora più delle accuse di «sfrontata furbizia, untuoso paternalismo, disonestà intellettuale», da lui rivolte al vicepremier Luigi Di Maio - del quale aveva sostenuto la candidatura a presidente del Consiglio quando lui si presentò a inizio anno a Cavriago nell’azienda agricola delle vacche rosse - e al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. In un lungo post su Facebook, il reggiano consulente della Farnesina che si candidò al Senato, con alle spalle una militanza decennale nei Meetup reggiani, boccia in toto, nel modo più drastico, l’operato dei due membri del governo. «No – esordisce –. Io non mi sono candidato e non ho votato M5s perché Di Maio e Toninelli facessero i ministri a prescindere. E sono pronto a scommettere che altri milioni di persone la pensano allo stesso modo. Gli unici che lo hanno fatto sono solo ed esclusivamente i diretti interessati».

Parole che potrebbero valergli la ‘scomunica’ anche in vista della candidatura a presidente della Regione, che Massimo Bugani, capogruppo in Comune a Bologna e amico personale di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, aveva sostenuto in giugno con forza: «Marco è una delle alte figure che può schierare il M5s in Regione. Daremo filo da torcere, anche perché visto il pessimo lavoro di Stefano Bonaccini il Pd potrebbe darci una grossa mano».

MA oggi è Montanari a scrivere che i grillini, Di Maio in testa, sulla manovra di aggiustamento dei conti pubblici «hanno calato le braghe come piddini qualunque. Perché la Commissione europea, al contrario di quel che vi eravate illusi, ha fatto partire la procedura d’infrazione gettandovi nel panico e nella confusione». Attacca Toninelli sulla realizzazione del Terzo Valico: «Lo facciamo, dice Toninelli, perché... le mitiche penali! E non – polemizza Montanari – si è deciso di calare le braghe di fronte ai toni eversivi di Confindustria e madamine a base di ‘la nostra pazienza sta finendo’?». E allude a un finale di Resistenza «dei patrioti italiani contro lo spettacolo indegno di queste ore».