Moriconi: "Giorni terribili, ma a testa alta. Sexy shop? Ci andrò e comprerò"

Spese pazze in Regione, la consigliera reggiana choccata dai social: "Mi davano anche della racchia" VIDEO Moriconi: "Non c'entro, querelo tutti" / Pariani: "Non c'è la fattura del sex toy"

La consigliera reggiana Rita Moriconi

La consigliera reggiana Rita Moriconi

Reggio Emilia, 14 novembre 2014 - Moriconi, il «pentimento» di Genovese le avrà tirato un po’ su il morale... «Sicuramente. Ma per tornare a regime ce ne vuole. Sono stati giorni terribili, trascorsi a spalare la robaccia che costantemente mi veniva addosso». 

E’ riuscita a dormire? «Poco e male. E lo stomaco è sempre chiuso. Però non ho digiunato. Avendo una bimba da nutrire, qualcosina ho mangiato. Ma c’è poco da dire: sono molto provata». 

Non è da gentleman sottolinearlo, ma lo si vede dalle foto che le sono state scattate martedì in consiglio regionale... «Io sono molto espressiva: quel che provo dentro me lo si legge in faccia. E lì stavo malissimo. Oddio, se mi vedesse ora sono uguale. Anzi, peggio, perché ho un ciappo in testa (ride, ndr)». 

Suvvia, resta una bella donna. «Ma no, che dice? In questi giorni sui social ho preso pure della brutta racchia». 

Qual è la cosa che le ha fatto più male? «Le prime pagine dei giornali: la mia foto e il mio nome associati a oggetti di quel tipo. Vi assicuro che è dura, soprattutto se hai una figlia di sette anni».

Come si è rapportata con la piccola? «Lei è la mia vita (la voce si incrina, ndr). L’ho tenuta lontana dalle edicole. Tra noi c’è un accordo: ogni volta che a scuola prende dieci in un compito, andiamo insieme a comprare le bustine delle figurine. In questi giorni ci sono andata da sola...».

Nella vita di tutti i giorni, come ha reagito la gente? «Bene. Abito a Reggio, che resta una città a dimensione uomo e dove c’è il rispetto delle persone. Nessuno, ripeto nes-su-no, mi ha rivolto anche solo una frase antipatica. Poi so che bene che dietro le spalle i commenti ci sono. Ma questa terribile vicenda almeno mi ha dato una certezza». 

Quale? «Capisci chi ti vuole bene veramente. E io ho constatato che ho attorno persone eccezionali, che mi hanno (si ferma qualche secondo, ndr) - scusi, ma mi sta venendo da piangere - aiutato molto ad affrontare la situazione».

I social? «Mi hanno distrutta. Ho ricevuto quattrocento messaggi in tre giorni, qualcuno addirittura sulla mail della Regione. Quasi tutta robaccia, pochissimi attestati di stima».

Beh, la gente è stanca di essere presa in giro dai politici: oltre al sex toy ci sono richieste di rimborso che sono vergognose. «Ha ragione, la penso come lei. C’è da essere indignati e capisco la rabbia della gente. Nel leggere del sex toy avrei esclamato pure io ‘roba da matti’».

Lei resta indagata per peculato: le contestano una cifra intorno ai 17mila euro. «Spese tutte documentate e inattaccabili: treno, rimborsi chilometrici, cancelleria. Sono molto tranquilla. Anzi, spero che il magistrato mi chiami il prima possibile per darmi la possibilità di chiarire».

Passiamo a Rosario Genovese: ha detto al Carlino di averla chiamata subito appena si è reso conto di essere lui l’acquirente del sex toy. La sua reazione? «Sono rimasta esterrefatta. Non avrei mai pensato che il colpevole fosse uno dello staff. Figuratevi che a un certo punto ho addirittura ipotizzato che quello scontrino fosse stato messo lì, senza volere sia chiaro, dalla donna delle pulizie».

Insomma, ha avuto una reazione soft.  «Ero con la bimba e ho dovuto mantenere un certo controllo...». 

Vi conoscete da dieci anni e avete spesso collaborato: è finita un’amicizia? Qualche secondo di silenzio. «Rosario ha detto che è stato un errore. Ed errare è umano. Ma sinceramente dico anche che ho bisogno di tempo». 

Ma si è capito cos’ha comprato, visto che ha affermato che non è un vibratore? «Gliel’ho chiesto: scherzetti per un amico, così ha definito il suo acquisto». 

Qualcuno ha il sospetto che Genovese si sia immolato per salvare lei. «Non mi stupisco, ma è una sciocchezza. Cosa gli torna in cambio? Con questa vicenda ha perso tutto: si è dimesso dal consiglio comunale di Scandiano e da tutte le cariche nel Psi. Penso si tratti semplicemente di senso di responsabilità. E comunque l’acquisto lo ha fatto con il suo bancomat: penso che basti questo per capire come stanno le cose».

Lei ha sempre detto di non essere mai stata in un sexy shop. Immaginiamo che continuerà su questa strada. «Sbaglia. Prima o poi ci entrerò. E le dico di più: acquisterò qualcosa. Così quelli che frequentano questi negozi non diranno più che sono brutta e cattiva. Perché mi sono sentita pure dire questo. Io non ho mai puntato il dito contro chi acquista sex toy: ho sempre e solo detto che io non ci sono mai entrata».