Bimbo annegato in piscina «Mancava un bagnino»

I Nas: erano 3, ma avrebbero dovuto essere 4

YASSINE HAMDI Morto il 23 maggio 2009, aveva solo 15 anni

YASSINE HAMDI Morto il 23 maggio 2009, aveva solo 15 anni

Reggio Emilia, 19 maggio 2015 -  Sei anni dopo, la tragica vicenda del marocchino 15enne Yassine Hamdi arriva in tribunale. Il ragazzino era morto annegato il 23 maggio 2009 nella vasca più grande della piscina ‘L’Azzurra’ di Scandiano. Ieri è cominciato il processo, che vede imputati per omicidio colposo due bagnini che dovevano controllare quella vasca, cioè il 40enne Loris Mattioli ed Alessandro Incerti, che sono assistiti dagli avvocati Pier Francesco Rossi e Bruno Rocchetti. L’ex pm titolare dell’inchiesta Luciano Padula aveva all’inizio indagato otto persone, poi quattro e ora rimaste due. La famiglia Hamdi, seguita dall’avvocato Mauro Intagliata, non si è costituita parte civile perché ha già ricevuto un risarcimento.

Sono stati ascoltati un carabiniere di Scandiano che intervenne subito dopo la tragedia, un secondo che nel febbraio del 2014 scatto foto e prese alcune misure e un terzo dei Nas di Parma che controllò regolarità e gestione della piscina. Dalle sue analisi, è emerso che, vista la grandezza di quella vasca, i bagnini avrebbero dovuto essere almeno quattro, ma erano solo tre: due preposti alla vasca e uno agli scivoli. L’avvocato Rossi ha precisato che, vista l’assenza del quarto bagnino, era stato chiamato un altro dipendente, ma il carabiniere ha ribattuto che costui non poteva essere considerato un vero e proprio sostituto, ma era in aiuto all’attività di vigilanza. Il giudice Alessandra Cardarelli ha chiesto se fosse previsto un coordinatore dei bagnini: «Forse il più esperto - ha risposto il carabiniere - con regolare brevetto». Secondo il membro dei Nas, le responsabilità riguardano due dipendenti della società Sportiva srl che aveva l’appalto sulla sicurezza e l’assistenza ai nuotatori per le piscine esterne.

Secondo il registro che le piscine devono aggiornare ogni due ore, alle 15 di quel giorno erano entrate 49 persone, circa un quarto della capienza prevista dalle norme. Il 15enne annegò verso le 16.30: in quel momento c’era calca e per un po’ nessuno si è accorto che il ragazzino era senza vita sul fondo della piscina. Uno dei due bagnini addetti al controllo si era allontanato per un giro di controllo e a bordo vasca ne era rimasto solo uno. Quando si è accorto del ragazzo esanime, purtroppo era già troppo tardi. Il processo continuerà il 2 luglio, con altri testimoni e i consulenti del pm, e poi il 13 con i testi della difesa.