Acne giovanile. "Può essere spia di altre patologie"

La dottoressa Caprari (Villa Verde): "Una malattia multifattoriale"

Dottoressa Elisabetta Caprari, dermatologa di Villa Verde

Dottoressa Elisabetta Caprari, dermatologa di Villa Verde

Reggio Emilia, 11 maggio 2019 - È la malattina con la quale quasi tutti gli adolescenti che entrano nella pubertà devono fare i conti. L’acne ‘giovanile’ (ne esistono anche alcune varianti diverse) infatti colpisce dal 75 al 95% dei ragazzi, più le femmine dei maschi nei quali però si manifesta in modo più grave. Se è vero che tende a regredire spontaneamente verso i 20-25 anni (ma ci sono casi di acne tardiva), è una patologia da non sottovalutare assolutamente sia per i segni che l’evoluzione può lasciare sulla pelle sia perché può essere spia di altre patologie (policistosi ovarica ad esempio).

Dottoressa Elisabetta Caprari, dermatologa di Villa Verde, in cosa consiste l’acne?

«È una patologia infiammatoria cronica che colpisce il complesso pilo-sebaceo (follicolo pilifero e ghiandole sebacee)».

Quali sono i fattori scatenanti?

«È una malattia multifattoriale (fattori endocrini o ambientali) in cui conta anche la predisposizione genetica».

Altre concause?

«Stress, disordini di natura psicologica, fumo possono costituire un’aggravante».

Gli esordi?

«Esordisce nella pubertà in concomitanza con i cambiamenti ormonali tipici di questa età: la produzione di androgeni induce una stimolazione della ghiandola sebacea. Con la maturità invece la secrezione ormonale tende a stabilizzarsi e anche l’eccesso di sebo (grasso, ndr) viene regolato. In questo modo l’acne a volte diminuisce».

Come si manifesta?

«Le lesioni acneiche si manifestano su viso, spalle, collo, schiena, torace e avambracci. Quattro soni i meccanismi: aumentata produzione di sebo con pelle grassa; ostruzione dello sbocco ghiandolare; proliferazione di batteri; infiammazione».

In concreto?

«L’accumulo di sebo e cellule cutanee nei follicoli crea una sorta di tappo che impedisce al secreto oleoso di defluire all’esterno e produce un terreno favorevole alla crescita dei batteri».

Questo cosa comporta?

«Sulla pelle si formano così punti neri, brufoli (pustole e papule). E la pelle diventa unta, lucida».

Nei casi più gravi?

«Quando questo processo si estende in profondità si formano noduli e cisti infiammate che quando guariscono possono lasciare cicatrici».

Come si fa la diagnosi?

«È fondamentalmente clinica anche se a volte possono essere necessari esami strumentali e di laboratorio».

La terapia?

«Va adeguata al singolo paziente. Normalmente è una terapia farmacologica: farmaci topici nei casi più lievi; antibiotici; pillola anticoncezionale nelle donne con patologie ormonali; isotretinoina orale nei casi più gravi».

E se sono presenti cicatrici?

«Si può intervenire col laser».

È sempre meglio intervenire?

«Assolutamente sì. L’acne ha un importante impatto sulla vita di relazione soprattutto in un’età così delicata. Può essere causa di isolamento, depressione, perdita dell’autostima, ansia. È importante far capire che l’acne si può e si deve curare. E occorre aver pazienza».

Acne e sole…

«Ok al sole ma con moderazione e con la giusta protezione».

Acne e stress…

«Lo stress peggiora l’acne. È un dato di fatto come negli adolescenti prima di un esame il numero di lesioni acneiche aumenti».

Acne e fumo…

«Il fumo provoca un peggioramento».

Acne e dieta…

«Non c’è una dieta particolare da seguire, ma un’alimentazione equilibrata fa sempre bene. Sotto accusa i carboidrati raffinati e il latte scremato. Scagionata la cioccolata, ok a cereali integrali, legumi, frutta secca, verdura a foglia verde».