Salute, l'emicrania non va curata abusando degli analgesici

'Carlino Salute': i consigli del neurologo di Villa Verde, Giovanni Ferrarini

Il neurologo Giovanni Ferrarini

Il neurologo Giovanni Ferrarini

Reggio Emilia, 1 dicembre 2018 - La settimanale rubrica del Resto del Carlino dedicata alla salute e realizzata in collaborazione con Villa Verde ospita oggi il neurologo Giovanni Ferrarini che affronta il tema del mal di testa. 

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In Europa ne soffre il 51% della popolazione. La cefalea - comunemente conosciuta come mal di testa - è una patologia molto comune che influenza negativamente la qualità della vita. Il neurologo di Villa Verde, Giovanni Ferrarini, ci aiuta a conoscerla e ad affrontarla meglio. “La cefalea è un termine generico che può nascondere cose diverse come un’insonnia, un’ansia fino a cose più gravi come un disturbo vascolare o un tumore. La sua diffusione ha subìto un notevole incremento negli ultimi anni”. Perché? “Probabilmente questo aumento è anche dovuto a una maggior presenza di sostanze inquinanti sia atmosferiche che alimentari (per esempio gli additivi per la conservazione dei cibi a lungo termine), ma soprattuto a uno stile di vita che è diventato sempre più stressante. Il rapporto tra cefalea, emicrania in particolare, e stress è molto stretto”. C’è differenza tra cefalea ed emicrania? “L’emicrania è un tipo particolare di cefalea (la percentuale è di circa il 12-14%). Ed è un disturbo familiare spesso con criteri di ereditarietà. Le cause cominciano ad essere note solo ultimamente. Quando viene non passa più per tutta la vita”. Com’è caratterizzata? “Da attacchi molto violenti - nausea, vomito, si è costretti a stare al buio, a letto - che durano da poche ore fino a un giorno o due e si ripetono più volte nel mese. A bassa frequenza un attacco o due al mese, ad alta frequenza anche 15 attacchi al mese”. Dicevamo all’inizio che l’emicrania è una malattia invalidante… “Spesso viene considerata come una patologia secondaria non riducendo l’aspettativa di vita. In realtà è fonte di costi ingenti sia di tipo economico che sociale per la diffusione, per l’insorgenza nella fascia di età, 35-45 anni, in cui si ha la maggior attività lavorativa e poiché è invalidante per buona parte della vita del soggetto. L’Organizzazione mondiale della sanità la colloca tra le prime venti patologie più disabilitanti. In Italia colpisce 11 milioni di persone, donne soprattutto ma anche bambini”. Cosa si nasconde dietro il mal di testa? “Esprime spesso un disagio esistenziale, una difficoltà a gestire lo stress quotidiano. E’ un meccanismo di difesa quando lo stress diventa insostenibile”. Questo cosa richiede a livello di cura? “L’elevata incidenza di quadri ansiosi e depressivi rende necessario considerare l’esame psichiatrico come parte integrante della valutazione del paziente”. Cosa bisogna fare in caso di insorgenza del mal di testa? “Bisogna riconoscere e curare l’emicrania sin dai primi mesi dalla comparsa evitando di cronicizzarla con l’abuso di analgesici”. Quali sono le terapie? “Uno dei limiti delle cure preventive oggi disponibili consiste nell’utilizzo di terapie utili per altre patologie, come antidepressivi, antiepiletici, beta bloccanti. Anche se hanno una loro efficacia, sono farmaci dalla ridotta tollerabilità”. Ci sono novità in vista? “Sì, tra non molto si aprirà una nuova, importantissima prospettiva. Si chiama Erenumab ed è una anticorpo monoclonale sviluppato per prevenire l’emicrania mediante il blocco del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina che svolge un ruolo critico nella malattia”.