"Glaucoma, è basilare una diagnosi precoce"

In aumento la patologia: nel 2040 riguarderà 111 milioni di persone nel mondo. La dottoressa Canton (Villa Verde): "Se non trattata può portare alla cecità"

La dottoressa Veronica Canton, oculista presso la clinica Villa Verde

La dottoressa Veronica Canton, oculista presso la clinica Villa Verde

Reggio Emilia, 17 novembre 2019 - Il glaucoma è una malattia del nervo ottico, più diffusa di quanto si possa pensare. Si stima, a livello mondiale, che nel 2040 le persone colpite saranno 111,8 milioni. Una patologia che, se non trattata, può portare alla cecità. Nella rubrica «Carlino Salute» - in collaborazione con Villa Verde - ne parliamo con la dottoressa Veronica Canton, oculista, che presta servizio nella casa di cura. Dottoressa Canton, che cos’è e quali sintomi ha il glaucoma? «Il glaucoma è una patologia che colpisce la testa del nervo ottico. La frequenza di questa malattia dell’occhio aumenta dai quarant’anni in su, senza differenze tra uomini e donne. Per questo la prima indicazione è sottoporsi a un controllo dopo questa età. I primi sintomi che solitamente si avvertono sono l’alterazione del campo visivo, che si riduce, la comparsa di aloni colorati e l’annebbiarsi della vista». Come viene formulata la diagnosi? «Lo screening viene fatto attraverso alcune analisi come la misurazione della pressione intraoculare (tonometria), che non deve superare il valore di 21 (quella nella norma va da 11 a 21) e l’Oct che permette di fare una diagnodelle zone specifiche che colpiscono la testa del nervo ottico. Non si tratta di un esame invasivo, è una sorta di ‘foto’. Necessari, inoltre, sono la misurazione del campo visivo e l’analisi del fondo dell’occhio». Esistono dei fattori di rischio rispetto al glaucoma? «La familiarità è un elemento da tenere presente, che deve spingere a effettuare controlli. Così come la pressione intraoculare alta. Un altro fattore di rischio è la conformazione anatomica: per esempio africani e asiatici per la forma dei loro occhi sono più a rischio». Quali sono le terapie alle quali il paziente viene sottoposto? «Si procede in base al tipo di glaucoma. Le forme acute vengono trattate in emergenza in ospedale, provocano un improvviso annebbiamento della vista ( non transitorio), nausea e vomito. Si interviene con un trattamento laser (iridotomia) accompagnato da un trattamento farmacologico. Non è detto che via sia un recupero completo della vista, perché le cellule del nervo ottico non si rigenerano e non è possibile il trapianto. Le forme croniche di glaucoma si curano con colliri (analoghi prostaglandine e beta bloccanti), che possono rallentare la malattia, nei casi più gravi si può ricorrere alla chirurgia. Una diagnosi precoce e un tempestivo intervento farmacologico possono contribuire ad una buona qualità di vita». Esistono dei comportamenti che possono contribuire alla prevenzione di questa malattia? «Sì, legati all’alimentazione. Le verdure verdi e le mele contengono sostanze protettive, mentre aumenta il fattore di rischio la caffeina».