Salute, in menopausa non trascurate le vampate

"Carlino Salute": colloquio col ginecologo di Villa Verde, Glennis Menozzi

Il ginecologo Glennis Menozzi

Il ginecologo Glennis Menozzi

Reggio Emilia, 17 novembre 2018 - La settimanale rubrica di Carlino Reggio dedicata ai temi della salute in collaborazione con Villa Verde tocca oggi un argomento molto importante, la menopausa. Lo affrontiamo col ginecologo Glennis Menozzi. *** La menopausa (la cessazione definitiva dei cicli mestruali) è uno spartiacque nella vita di una donna. Che con l'innalzamento dell'aspettativa di vita assume ancora più importanza. Se consideriamo che una donna va in menopausa generalmente attorno ai 50 anni, possiamo dire che ben oltre i due terzi della sua esistenza vengono vissuti in questa condizione. Ma ci sono ancora tropp i pregiudizi da abbattere, anche se ultimamente si sono fatti molti progressi sia sul fronte della prevenzione che su quello della terapia. Ne è convinto il dottor Glennis Menozzi, responsabile della ginecologia di Villa Verde. “La menopausa è preceduta per alcuni anni da squilibri nei cicli (pre-menopausa) e per alcuni anni successivi si parla di post-menopausa. Nella fase di pre-menopausa si fa la prevenzione delle eventuali patologie collegate”. Quali sono? “Possono essere precoci o tardive. Precoci sono le vampate, l'insonnia, i disturbi dell'umore e quelli sessuali. Tardive sono l'osteoporosi, le malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer, le malattie cardiovascolari (infarto e ictus), quelle metaboliche quali diabete e ipertensione”. Che incidenza percentuale ha la possibile insorgenza di queste complicanze? “Circa il 20-30% delle donne in menopausa può presentare una sintomatologia precoce o tardiva. Il 20% non ha invece assolutamente nulla”. Parliamo delle vampate. Non vanno trascurate, vero? “Assolutamente no. Fino a qualche anno fa si diceva che erano un classico sintomo della menopausa, ma benigno. Non è così. Adesso le vampate, e la sudorazione notturna, si considerano addirittura un marcatore”. Cosa significa? “Spia di una situazione che può evolvere in maniera sfavorevole e soprattutto può evolvere verso le patologie tardive di cui abbiamo parlato”. In presenza di questa sintomatologia quale terapia viene utilizzata? “Le terapie sono di due tipi. Quella più importante è la terapia ormonale sostitutiva. Si tratta di associazioni ormonali di estrogeni e progestinici a bassissime dosi sufficienti però per evitare tutte le complicanze tardive. Possono essere assunti per 5 anni senza alcun rischio previa ovviamente un'attenta valutazione da parte del medico. Questa è la terapia ideale per evitare futuri problemi. Dopo i 5 anni aumenta leggermente il rischio del tumore al seno, stimato attorno al 3 per mille. Ma i benefici sono molto più rilevanti della percentuale, comunque bassa, di rischio”. Il secondo tipo di terapia? “E a base di fitoterapici: erbe o estratti vegetali. Serve a migliorare i sintomi precoci tipo le vampate o l'insonnia, ma non ha alcuna efficacia sulle complicanze tardive”. La terapia sostitutiva è molto utilizzata? “Purtroppo solo il 4% delle donne in menopausa la utilizza. Ci sono troppi pregiudizi che coinvolgono anche molti professionisti. Del resto, siamo in Italia dove molti sono ancora contrari alla pillola. Siamo il Paese dei 'No'. Bisogna invece dire chiaramente che queste terapie non sono affatto pericolose. L'efficacia dipende dalla durata, ovviamente. Usarla per sei mesi non serve a nulla. Ma usata per 5 o 10 anni serve eccome”. In conclusione... Va sottolineato che chi fa questa terapia si sottopone a controlli periodici che possono anche mettere in risalto altre patologie altrimenti trascurate”.