Salute, le protesi al ginocchio non hanno scadenza

Come affrontare l'artrosi al ginocchio: ne parliamo con l'ortopedico di Villa Verde, Gabriele Cavazzuti

L'ortopedico di Villa Verde, Gabriele Cavazzuti

L'ortopedico di Villa Verde, Gabriele Cavazzuti

Reggio Emilia, 20 gennaio 2019 - Si parla di artrosi al ginocchio e di chirurgia protesica nella settimanale rubrica 'Carlino Salute' in collaborazione con Villa Verde.

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L'artrosi al ginocchio è una patologia importante che comporta importanti limitazioni funzionali (difficoltà a compiere normali gesti quotidiani come camminare, inginocchiarsi, fare le scale, salire in macchina). Con l'ortopedico di Villa Verde, Gabriele Cavazzuti, affrontiamo il tema della protesi al ginocchio. Dottor Cavazzuti, cos'è l'artrosi al ginocchio? “E' la degenerazione dell'articolazione, in particolare della cartilagine, la pellicola che insieme ai menischi costituisce il sistema di ammortizzazione. Il processo di usura di questo sistema comporta dolore e una qualità di vita limitata”. Il dolore è sempre sintomo di artrosi? “No, bisogna capire la frequenza dei disturbi. Se ho un dolore ogni tanto perché ad esempio ho fatto una camminata in montagna di cinque ore può trattarsi di un episodio dovuto solo ad un eccesso di sforzo. Diverso è un disturbo che abbia caratteristiche di continuità e costanza nella quotidianità”. In quest'ultimo caso cosa bisogna fare? “In assenza di un evento traumatico, dopo i 50 anni raggi in carico, vale a dire radiografie standard sempre eseguite in piedi. Poi una valutazione specialistica ortopedica alla luce della quale si può prescrivere un'analisi di secondo livello, la risonanza magnetica che non è sempre obbligatoria ma spesso è utile”. Quali sono i fattori che portano all'artrosi? “Aspetti costituzionali, sovrappeso, obesità, patologie dell'età infantile, patologie reumatiche”. Quali sono i percorsi curativi? “Conservativi (la correzione di aspetti comportamentali, per esempio perdere peso, trattamenti fisioterapici, farmacologici o infiltrativi) o chirurgici”. Veniamo a questi ultimi, alla protesi. “E' il punto finale a fronte di trattamenti conservativi che falliscono, di situazioni obiettivamente gravi”. In cosa consiste? “La protesi del ginocchio è la sostituzione, totale o parziale, della superficie articolare femoro-tibiale. Per evitare lo sfregamento che produce dolore, rivestiamo sia il femore che la tibia. L'impianto prevede uno spessore che simula la cartilagine e il menisco facendo da ammortizzatore”. Le protesi impiantate hanno una scadenza? “Possono avere una normale usura che dipende anche da come le si usano. Ma una scadenza assolutamente no”. Di quale materiale sono fatte? “Essenzialmente in titanio. Ce ne sono anche in ceramica ma sono molto meno utilizzate. Poi ci sono protesi con speciali rivestimenti per pazienti allergici”. C'è un rischio di rigetto? “Non deve essere confuso con il rigetto di un trapianto di fegato. La problematica della protesi è essenzialmente che deve attaccarsi perfettamente all'osso. Ma è cosa diversa”. Quanto dura una protesi? “Una protesi ben usata può durare sopra i 20 anni. Più del 90% a 15 anni, sopra l'80% a 20 anni”. L'intervento richiede anestesia totale? “No, normalmente viene praticata un'anestesia spinale”. Il decorso post operatorio? “Fatto l'intervento al mattino, nel pomeriggio il paziente muove già l'arto a letto. Il giorno dopo si alza e inizia subito a camminare usando le stampelle. Poi inizia la fase riabilitativa. Nella protesi parziale dopo 20 giorni si lasciano le stampelle e la convalescenza dura 30-40 giorni. Nella totale un mese di stampelle e 60-90 giorni di convalescenza”.