Salute, screening decisivo per sconfiggere il tumore al colon-retto

L'analisi del professor Giuliano Bedogni

Il professor Giuliano Bedogni

Il professor Giuliano Bedogni

Reggio Emilia, 26 gennaio 2019 - La rubrica di Carlino Reggio in collaborazione con Villa Verde sui temi della salute ospita oggi un intervento del professor Giuliano Bedogni.

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E’ il secondo ‘big killer’ fra i tumori dopo quello alla mammella per le donne e al polmone per gli uomini. Del tumore al colon-retto parliamo con il professor Giuliano Bedogni, responsabile del servizio di endoscopia di Villa Verde (è il medico che una decina di anni fa curò l'allora premier Silvio Berlusconi). Qual è l’evoluzione di questi ‘big killer’? “A Reggio siamo stati tra i primi ad attivare percorsi di screening per il cancro della mammella, degli organi genitali femminili, dello stesso colon-retto. Il tumore alla mammella registra un aumento dell’incidenza ma una diminuzione della mortalità (le donne sono più brave degli uomini nella prevenzione). Per il tumore del colon-retto abbiamo anche una diminuzione dell’incidenza oltre che della mortalità”. Lo screening dimostra una volta di più che la prevenzione è essenziale… “Non c’è dubbio. Con l’attivazione di questi percorsi di screening, di diagnosi precoce cioè, riusciamo ad individuare il tumore quando ancora è un polipo. Togliamo il polipo, evitiamo che - rimanendo lì - si trasformi nel tumore e quindi il risultato è la diminuzione sia della mortalità che dell’incidenza. E si può parlare di guarigione. Di tumore al colon-retto si muore significativamente di meno”. Restiamo sulla prevenzione. Cosa bisogna fare? “Abbiamo lanciato uno slogan: dopo i 50 anni fai una colonscopia”. Qual è l’età critica per l’insorgenza di questo tipo di cancro? “Tra i 50 e i 70 anni ed è per questo che si viene inseriti nei programmi di screening in questo ambito temporale. Ciò non toglie che non si registrino casi di tumore anche al di fuori di questa fascia di età”. I sintomi? “Il primo campanello d’allarme è il cambiamento delle abitudini defecatorie. E' essenziale rivolgersi al proprio medico di base al quale spetta il primo filtro”. In cosa consiste lo screening? “Le persone dai 50 ai 69 anni vengono invitate dall’Ausl a sottoporsi gratuitamente al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Si tratta di un test immunologico per la rilevazione specifica di emoglobina umana. In caso di positività è indispensabile eseguire approfondimenti successivi per individuare la causa del sanguinamento”. La colonscopia? “Esatto. É un esame che consente quasi sempre di individuare le cause del sanguinamento. Ma attenzione, queste possono essere le più varie (emorroidi, ragadi, diverticoli) e quindi la presenza di sangue occulto nelle feci non indica automaticamente la presenza di un tumore al colon-retto: in termini percentuali solo il 5% può avere la probabilità del tumore, il 20% quella dei polipi. Ma sottoporsi ai controlli anche quando si sta bene è fondamentale perché il polipo non dà sintomi e il tumore in fase iniziale nemmeno”. In caso di diagnosi positiva come si interviene? “Se il tumore è in fase iniziale può essere trattato per via endoscopica evitando così un intervento chirurgico più invasivo”. Il cancro del colon-retto si può prevenire? “Le cause dell’insorgenza possono essere di natura genetica o ambientale. Noi possiamo agire anche individualmente sui fattori ambientali con uno stile di vita salutare, partendo da una corretta alimentazione (pochi grassi, insaccati, carni rosse e carboidrati raffinati; molta frutta e verdura) e da una costante attività fisica”.