Varici, un flagello. "Tutto più facile col laser"

Una persona su cinque soffre di questa patologia che ora si può risolvere. Il dottor Lorenzo Donegà: "Per i pazienti tecniche mini invasive e su misura"

Il dottor Lorenzo Donegà, medico di chirurgia vascolare a Villa Verde

Il dottor Lorenzo Donegà, medico di chirurgia vascolare a Villa Verde

Reggio Emilia, 1 novembre 2019I moderni interventi alle varici degli arti inferiori sono ormai una ‘chirurgia su misura’. Nella rubrica «Carlino Salute», in collaborazione con Villa Verde, ne parliamo con il dottor Lorenzo Donegà: medico di chirurgia vascolare alla casa di cura. Quale incidenza sociale ha la patologia delle varici agli arti inferiori? «Le varici degli arti inferiori interessano il 20 per cento della popolazione, dai 25 anni in poi, e sono quindi una malattia importante dal punto di vista sociale ed economico». Quali sono i sintomi avvertiti dai pazienti? «Solitamente i sintomi sono più acuti durate il periodo estivo e consistono in pesantezza, frenesia notturna, calore, bruciore e gonfiore alle gambe. Nei casi più gravi possono comparire anche lesioni trofiche e discromia cutanea». Quali sono le moderne tecniche d’intervento? «La possibilità di uno studio sempre più accurato (peraltro assolutamente innocuo e non invasivo), con i moderni apparecchi ecocolordoppler, consente una correzione della malattia emodinamica, con l’obiettivo di ridare la normale fisiologia del circolo venoso. La moderna chirurgia ha messo a punto tecniche mini invasive. In altre parole: ogni paziente ha un trattamento personalizzato, come ‘un vestito su misura’, con un ottimi risultati estetici e assenza di cicatrici chirurgiche. I trattamenti mini invasivi consistono nella termoablazione con laser o radiofrequenza (cioè la chiusura della safena, la cui patologia rappresenta la principale causa della malattia varicosa), nella correzione emodinamica con conservazione delle safene, fino all’asportazione di varici e alla scleroterapia (anche con schiuma) . È fondamentale che il trattamento venga fatto da specialisti (chirurghi vascolari ), in grado di padroneggiare tutte le tecniche e quindi scegliere il miglior trattamento per ciascun paziente». È necessaria l’anestesia generale? «Gli interventi vengono tutti eseguiti in anestesia locale, associata a sedazione. Anestesie epidurali, spinali o generali sono l’assoluta eccezione. Si eseguono in day hospital, con dimissione nel pomeriggio e ripresa lavorativa dopo pochi giorni. Il dolore post-operatorio è modesto e controllato con analgesici minori. Le complicanze sono molto rare e generalmente risolvibili senza conseguenze». Quando si esegue il trattamento con il laser? «Il trattamento laser è considerato nella letteratura internazionale il ‘gold standard’, cioè il migliore sulle varici delle vene grandi safene. Nel mondo anglosassone 80 per cento dei trattamenti avviene con questo metodo. Mentre in Italia, a causa dei maggiori costi, solo il 20 per cento viene trattato con questo metodo». C’è un limite di età per operare le varici? «Non c’è limite di età, in quanto gli interventi sono in anestesia locale. Certamente il percorso pre-operatorio che viene fatto per ciascun paziente serve a evidenziare rischi individuali che possono sconsigliare l’intervento». Perché si devono trattare le vene varicose? «Perché le varici possono determinare complicanze anche gravi, come le trombosi superficiali ma anche profonde (se interessano il tronco safenico. Con rischio embolico. Altro rischio importante, perché invalidante, è quello delle ulcere venose, fortunatamente in riduzione per il miglior trattamento dell’insufficienza venosa». È possibile che siano necessarie trasfusioni di sangue o emoderivati? «In 30 anni di attività non mi è mai capitato di dover fare trasfusioni per questo tipo di interventi, tanto che escludo che possa diventare necessario, soprattutto adesso con la chirurgia mini invasiva». Si tratta di interventi che comportano una lunga convalescenza? «Bastano pochi giorni di riposo, soprattutto se si svolgono lavori pesanti. È poi necessario usare la calza elastica. Per il resto è possibile condurre una vita sostanzialmente normale».