«Io, malata di anoressia, sono guarita grazie a Ligabue e all’aiuto di sua moglie»

Pamela Mele presenterà il suo libro-verità alla Panizzi

Pamela Mele e Luciano Ligabue (foto Facebook)

Pamela Mele e Luciano Ligabue (foto Facebook)

Reggio Emilia, 1° marzo 2018 - «HO vinto l’anoressia ascoltando le canzoni di Luciano Ligabue e grazie alla moglie, Barbara Pozzo, che mi ha seguito per anni dal suo sito - blog somebliss». Così Pamela Mele di Roma, racconta la sua esperienza in: In felicità#34. La mia storia sulle note del Liga: un romanzo verità, che viene presentato sabato 3 marzo alle 11, alla biblioteca Panizzi (sala Reggio), alla presenza dell’autrice e, probabilmente, con Barbara Pozzo come ospite.

«Ho incontrato Ligabue – dice Pamela Mele – nel giugno scorso, a Reggio, durante le riprese del suo film. Sono tornata a settembre per il concerto. La moglie, Barbara, gli ha dato il mio libro, lui mi ha regalato il suo autografo. Mi sono messa in contatto con lei nel luglio del 2016, Barbara ha scritto due libri sul rapporto mente e corpo come terapista, dopo averli letti l’ho contattata, il rapporto mente corpo è l’emblema dell’anoressia, fondamentale per curarla – racconta la donna –. Quando ho pensato di scrivere un libro sulla mia esperienza, temevo di non essere in grado di farcela, è stata lei a incoraggiarmi, mi ha detto ‘scrivilo col cuore’. Volevo portare il mio contributo alla lotta contro questa malattia, se ne parla troppo poco. Ho scritto, poi il libro a lei è piaciuto e ne ha redatto la prefazione: un grande onore per me. È una grande fonte di coraggio».

Con molta forza, Pamela Mele, scricciolo di Roma, dopo aver vinto la sua battaglia, ha aperto un’associazione,, ‘Farfalle di vetro’.

Mele, 45 anni, come scrive nel suo libro: «L’esordio dell’anoressia è stato intorno ai 20 25 anni, sottovalutato, è stato curato l’aspetto fisico; se ne parlava poco, poi la vita mi ha messo a dura prova. Però, sono stata fortunata, ho avuto due figli che adoro e un marito che mi ha sempre seguita, malgrado la malattia mi abbia colpito in tutta la sua brutalità».

Il ricordo si fa amaro: «Non frequentavo più nessuno, sono stati anni pesanti. La musica è stata la mia unica compagna, in particolare, le canzoni di Ligabue, che ascolto dall’età di 20 anni. Ogni sua nuova composizione segna una tappa della mia vita e dell’anoressia come: ‘Quando tocca te’, ‘Quando canterai la tua canzone’,’Atto di fede’, ‘II peso della valigia’. La musica ha un effetto catartico, così mi sono riaperta alla vita. Credo – chiosa Mele – sia importante parlare di una malattia grave in modo lieve come la musica, per me è un messaggio di speranza, importante per sensibilizzare il largo pubblico».