Cadregari, che ricordi con Goretti e Diana

"Quando ho letto chi era il vostro nuovo ds ho sorriso: lui l’ho allenato con la Reggiana, Aimo insieme a Pirlo nella primavera del Brescia"

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di Francesco Pioppi

Adriano Cadregari, il nuovo direttore sportivo Roberto Goretti ha evocato la sua figura e il tempo trascorso qui alla Reggiana con grande trasporto, lei che ricordo ha di quell’anno vissuto assieme?

"Era un gran giocatore, purtroppo è arrivato a Reggio in un’annata dove non abbiamo fatto benissimo, ma il rapporto con lui è sempre stato molto bello e oltre ad essere un ottimo calciatore è una persona eccellente. Ci siamo sentiti varie volte per telefono e ci siamo anche visti una volta che lui era in ritiro col Perugia".

Con le prime dichiarazioni ha dimostrato anche grande personalità come dirigente.

"Ci sono ottimi calciatori che quando fanno un altro mestiere fanno fatica, mentre lui sa il fatto suo e conosce il calcio come pochi, quando ho letto che veniva alla Reggiana ho sorriso e mi sono incuriosito, perché anche Aimo (Diana, ndr) è stato un mio giocatore nella Primavera del Brescia, con lui e Pirlo abbiamo vinto il torneo di Viareggio nel 1996".

Che ricordi ha di quel Brescia e soprattutto di Diana giovane calciatore?

"Innanzitutto è stato un piacere allenarlo, perché Pirlo già a 12-13 anni si vedeva che era un predestinato tipo Messi… Chi è che ha scoperto Messi? Sua madre… Mentre Diana al di là delle grandi capacità è diventato un grandissimo calciatore anche grazie all’applicazione e ad una forte personalità".

Cosa ci dice invece del Diana allenatore?

"Quando Aimo allenava il Renate sono andato a Crema perché giocava contro il Pergo, la squadra della mia città, e il suo Renate è stata una delle squadre che ho visto giocare meglio negli ultimi 10 anni, sul serio: uno spettacolo. Mi sono detto: questo è proprio bravo".

Non a caso si è meritato la conferma.

"Era doveroso riprovarci con lui al timone perché comunque ha fatto un campionato strepitoso che purtroppo è stato deciso da un episodio, poi nei playoff è successo quel che è successo, ma secondo me è sbagliata anche la regola: non si può stare fermi oltre 20 giorni come ha fatto la Reggiana, si viene penalizzati".

E lei non ha voglia di tornare in panchina?

"Onestamente sto benissimo così, faccio il docente a Coverciano e provo a dare un po’ della mia esperienza a questi ragazzi che vogliono iniziare a fare gli allenatori. Adesso si sentono tutti un po’ stregoni in questo calcio che viene venduto pezzo dopo pezzo e questo non mi piace tanto …".

E l’heavy metal è sempre la colonna sonora della sua vita?

"Certo, l’heavy metal ce l’hai dentro e non te lo dimentichi, magari ti vergogni solo un po’ di più ad andare ai concerti perché l’età avanza, ma è una passione che ho trasmesso anche a mio figlio che, tra l’altro, è diventato un musicista. Gira l’Europa per suonare con il suo gruppo, i ‘Genus Ordinis Day’".

Le canzoni negli spogliatoi prima delle partite sono ormai parte della storia granata.

"Di solito facevo mettere ‘Warrior of the World’ dei Manowar che è uno dei miei gruppi preferiti, poi come sempre se vincevi eri bravo e se perdevi eri un cretino…".