"Ci stiamo allenando per giocare sabato"

Il vicepresidente Bartoli: "Retrocessione assurda. Confidiamo nei ricorsi. Gli arbitri hanno ammesso che il campo era impraticabile, poi il dietrofront"

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"Pur di evitare che i ragazzi si facessero male, agli arbitri ho detto: giochiamo domani, stiamo una notte in hotel, prendiamo un altro volo. Pago tutto io. Niente. A quel punto ho deciso di ritirare la squadra: gli atleti scivolavano continuamente, troppo pericoloso".

Così i Vikings Rubiera al 16° minuto del secondo tempo abbandonano la sfida con Siracusa e si infilano negli spogliatoi. Una decisione sanzionata duramente dal giudice sportivo: esclusione immediata dal campionato di Serie A Gold, 9 punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato e 10mila euro di multa.

Vicepresidente Luca Bartoli, rifarebbe la scelta di non far proseguire la partita?

"No, avrei fatto continuare: ragazzi, state lì, che facciano pure tutti i gol che vogliono. L’importante è che non vi facciate male. Il problema è che a giugno hanno cambiato il regolamento: chi abbandona il match retrocede. Ma nessuno lo sapeva, nemmeno gli arbitri".

Addirittura.

"Loro due e il commissario di campo mi avevano chiaramente detto che avrei perso partita e preso 10mila euro di multa. Davanti al rischio di gravi infortuni i soldi non contano. Così ho deciso per lo stop".

Poi la punizione sorprendente e sproporzionata.

"Dico solo che se una squadra decide di non presentarsi alla partita viene penalizzata di 5 punti e prende 5mila euro di multa...".

Torniamo a sabato: perché in campo si scivolava?

"Colpa della condensa. Un problema che in quella palestra c’è sempre stato. Poi abbiamo avuto la sfortuna che a Siracusa, sabato alle quattro e mezza del pomeriggio, c’erano 25 gradi e fuori ha iniziato a piovere. Un dirigente dei siciliani, dopo due minuti dall’inizio della ripresa, ha deciso di aprire la porta ed è iniziato il disastro perché l’umidità è raddoppiata: nei trenta minuti del primo tempo ci sono state 5 scivolate, nei sedici del secondo i giocatori sono cascati a terra ben 18 volte. Non si poteva più giocare. Pereira è caduto e ha un bernoccolo in testa, mio figlio Davide ha picchiato la schiena ed è finito sotto la panchina. Una follia".

Eppure gli arbitri hanno deciso di continuare.

"A un certo punto hanno ammesso che il campo era impraticabile. Poi il commissario si è allontanato per telefonare e quando è tornato ha parlottato con loro. Gli arbitri sono quindi venuti a dire: ’si gioca’. Non ci potevo credere. Ho chiesto di sospendere per un’ora, mi hanno detto no perché dopo era in programma un’altra partita, ho invitato ad andare a giocare in un altro campo ma era occupato, fino alla richiesta di giocare il giorno dopo. Tutto inutile".

Quindi avanti tutta.

"Abbiamo giocato ancora per poco più di dieci minuti, ma era troppo pericoloso. Una pazzia proseguire. Anche i giocatori avversari la pensavano come noi. Ho detto basta".

Come vi state muovendo?

"Faremo tutti i ricorsi del mondo. Non può passare una decisione simile. Addirittura retrocessi. Una cosa simile non è mai accaduta in nessuno sport. E se non ci riammettono al campionato, personalmente farò una causa civile per danni contro la Federazione".

La squadra come l’ha presa?

"I ragazzi sono con me. Mi hanno detto che ho fatto bene, che ho preso la decisione giusta. E si stanno allenando per giocare sabato in casa contro Pressano. Stiamo preparando la partita".

Ma come, siete fuori dal campionato.

"E’ una decisione talmente assurda che non possono non tornare indietro. Domani (oggi, ndr) con Conversano sappiamo che la gara non si giocherà, ma confidiamo in una decisione positiva della Federazione entro sabato".

a.lig.