"Del Pinto pienamente recuperato, Rozzio sarà pronto per l’esordio"

Aimo Diana fa il punto sulla situazione della squadra a dieci giorni dalla prima partita degli spareggi

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di Francesco Pioppi

Mister Diana, come procede l’avvicinamento a martedì 17 maggio, quando la Reggiana farà il suo esordio nella gara di andata dei ‘quarti di finale’ playoff?

"Direi che sta andando tutto bene, abbiamo qualche acciacco qua e là e qualche influenzato, ma è tutto sotto controllo: non ci lamentiamo".

Quando parla di acciacchi e di influenza a chi si riferisce? "Cauz e Muroni hanno dei piccoli problemi che potranno essere risolti solo a fine anno, quindi vanno un po’ gestiti, Lanini invece ha la febbre e le placche in gola, ma sapevamo che dopo l’amichevole con la Primavera sotto il temporale qualcuno poteva avere questi contrattempi, non c’è nulla di preoccupante". Arrighini come sta?

"Bene, nel senso che gli dava un po’ fastidio la maschera protettiva ma oggi (ieri, ndr) in allenamento a un certo punto se l’è strappata via perché non la sopportava più, sicuramente non gli manca il coraggio. Del Pinto è pienamente recuperato, mentre mi aspetto che Rozzio rientri tra mercoledì e giovedì per averlo poi a disposizione per l’esordio, dovrebbe tornare già in buone condizioni atletiche". Qual è la cosa più difficile da fare in queste lunghe settimane di attesa in vista dei playoff e dopo un campionato che - in ogni caso - vi ha fatto spendere tante energie fisiche e mentali?

"Diciamo che ho dovuto usare di più la voce, ma non per incazzarmi, più che altro per fare diventare gli allenamenti più situazionali, perché dopo un po’ che non giochi il rischio vero è che gli allenamenti diventino delle scampagnate… Per questo voglio dei lavori brevi, ma molto intensi e tante amichevoli".

Guardando alle avversarie e ai risultati che sono maturati in questa prima fase di playoff c’è qualche squadra che l’ha sorpresa o qualche sfida che guarderà con particolare interesse?

"Tutti gli abbinamenti hanno grande spessore tecnico e ci sono tanti confronti interessanti, uno su tutti forse Feralpisalò contro Pescara, ma anche Foggia con Entella, con la squadra di Zeman che sta bene ed è riuscita ad andare a vincere contro una delle squadre che io consideravo più attrezzate come l’Avellino. In ogni caso credetemi: non ci sono avversari facili". C’è però qualche avversario più ‘gradito’ di altri?

"Dico Renate e Palermo perché sono mie ex squadre e per una questione romantica, tutto qui. In una ho allenato e nell’altra sono stato giocatore anche se i rosanero potremmo incontrarli eventualmente solo dalla semifinale in poi, sono sicuro che il Barbera saprebbe regalare una cornice di pubblico di altissimo livello per la categoria".

Nel girone di ritorno ha variato spesso il modulo alternando il 3-5-2 di base al 4-3-3: nei playoff lo sceglierà in base all’avversario o alla condizione di alcuni dei suoi giocatori? "Solo sui miei, ovviamente c’è lo studio minuzioso degli avversari, ma poi le scelte partono da noi e non è che abbiamo mai fatto cose particolarissime. È chiaro non dimentico quello che c’è stato in campionato e mi affiderò a chi mi ha dato più certezze".

Cambiando argomento e allargando gli orizzonti che effetto le fa essere seduto sulla stessa panchina che ha lanciato Carlo Ancelotti?

"Beh insomma non vorrei che fosse un’offesa per lui un paragone con me (ride, ndr). A parte gli scherzi, giù il cappello: deve essere un punto di riferimento per tutti, giovani e vecchi. È difficile avere quell’aplomb, saper leggere le partite in quel modo e dare un senso a tutte le stagioni. Si è meritato di allenare squadre forti e quando sento dire che ha fortuna mi arrabbio tantissimo. Certo avrà anche quella, ma stiamo parlando del miglior tecnico degli ultimi tempi, non scherziamo".