Diana-Reggiana: le strade si separano

State buoni voi che puntate il dito contro Aimo Diana: tranquilli, l’allenatore non resterà.

Perché tra i soci granata c’è qualcuno che storce il naso nel sentir parlare di conferma e lui di ripartire dopo una delusione così grande non ne ha voglia.

Il trainer bresciano sa benissimo che i tifosi che non lo amano (inopinatamente troppi dopo gli 86 punti conquistati) alzerebbero la voce al primo risultato storto. E la fame di riscatto, la personalità, il carattere, in casi come questi non bastano per rimettersi sereni alla guida di un bolide che ha centrato una raffica di record ma è stato beffato a un centimetro dal traguardo.

Quindi al 99 per cento (nell’imprevedibile mondo pallonaro è lecito tenere sempre una porticina aperta) niente rinnovo, che sarebbe invece scattato automaticamente in caso di Reggiana in Serie B.

Questa è la situazione dell’allenatore a 48 ore dalla sorprendente eliminazione dalla corsa alla Serie B.

Diana subito dopo il match con la Feralpi si è preso le sue colpe e ha parlato di fallimento. Termine inadeguato, troppo severo. Sì, certo, la Reggiana non ha centrato l’obbiettivo e ha clamorosamente toppato i playoff (con Diana che ha sbagliato formazione in entrambe le partite), ma non si può spazzare via in un flash tutto il divertimento (72 gol, ricordiamolo) che la truppa granata ci ha regalato in questa stagione, giocando molto meglio del Modena che se non fosse per Gagno oggi forse starebbe piangendo al posto nostro.

Al di là del discorso sportivo, Diana merita rispetto come uomo: ci ha sempre messo la faccia e non ha mai cercato alibi quando la squadra ha toppato. E mai un atteggiamento o una parola fuori posto.

In questo mondo di cialtroni è tanta roba.

a.lig.