Faye, un diamante grezzo pescato in Senegal

Il giovanissimo centro (solo 17 anni) è a Reggio da pochi mesi ma cresce a vista d’occhio. Era stato visionato due volte in Africa da Menozzi

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di Gabriele Gallo

Se il buongiorno si vede dal mattino, un nuovo sole sta sorgendo nei cieli biancorossi. Nelle tre uscite stagionali finora compiute dall’Unahotels di Max Menetti consenso unanime hanno suscitato le prestazioni di Mouhamed "Momo" Faye, giovanissimo (17 anni ancora da compiere) talento in erba del vivaio della Pallacanestro Reggiana. A scoprirlo, ma ormai questa non è più una notizia, è stato Andrea Menozzi, mentore della "cantera" biancorossa da quasi trent’anni, il cui fiuto non ha aiutato solo a formare e plasmare il talento dei vari Infante, Boscagin, Casoli, Gigli o, su tutti, Niccolò Melli (per tacere dei rudimenti dei fondamentali impartiti a un certo Kobe Bryant nella sua preadolescenza); ma anche forgiato decine di ragazzi che si sono costruiti una carriera tra A2 e serie B. L’occhio clinico del responsabile del settore giovanile Unahotels l’ha portato lo scorso autunno in Senegal, a visionare, in due momenti diversi, una trentina di giovani promesse locali del basket. Tra queste spiccava, per l’appunto, "Momo" Faye che oltre ad avere un fisico, per l’età, estremamente atletico ed esplosivo, mostrava già una certa dimestichezza con la tecnica della palla a spicchi: grezza, certo, ma comunque di buona qualità. Raccolte le positive referenze di tecnici operanti nel paese africano, Menozzi ha proposto alla Pallacanestro Reggiana di portare il ragazzo a Reggio per proseguire la sua maturazione cestistica. Una richiesta accolta da dirigenza e proprietà (che nel settore giovanile è tornata a credere con grande passione e voglia di investirci) e adesso il giovanissimo gioiello senegalese si ritrova sulla rampa di lancio. Naturalmente bisogna dargli il giusto tempo, ma, benchè si parli di amichevoli estive, ha già dimostrato di sapere tenere il campo contro avversari di serie A e di non avere paura di nessuno. Elogiato per le sue qualità anche da coach Max Menetti. Ora sarà interessante vedere come lo staff tecnico deciderà di gestire la sua crescita. Per quanto riguarda la prima squadra Faye dovrà aspettare ancora tre stagioni (compresa quella che sta iniziando) per poter giocare da "italiano di formazione". Dunque, se volesse inserirlo nei ranghi nella presente annata, l’Unahotels dovrebbe tesserarlo come "straniero". Per fargli assaggiare il clima delle grandi competizioni, potrebbe in determinate partite portarlo a referto in Basketball Champions League. Per quanto sia ancora tecnicamente da costruire, ha tutte le caratteristiche per diventare un ala forte o un centro di livello e i suoi "skills" migliorano giorno dopo giorno. Inoltre, e forse è ancora più importante, nei suoi mesi reggiani ha dimostrato di essere un ragazzo molto intelligente e di alto spessore umano. Nella nostra città frequenta il quarto anno dell’indirizzo tecnico del "Motti".