Fermato da un infortunio al ginocchio: "Non vedo l’ora di tornare in campo"

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La prima stagione interrotta anzitempo causa pandemia poi, dopo un anno di stop, il ritorno alla Goldey Beacom, ma il finale è stato alquanto amaro. Non c’è pace negli Stati Uniti per Mattia Morini: alla fine di una stagione in crescendo che ha visto cifre e prestazioni decisamente in netta crescita rispetto alla prima annata, è arrivata una pesante mazzata con un infortunio al ginocchio destro durante una partitella di fine stagione. Tornato a casa, seguito dai fisioterapisti di Correggio, attende l’operazione che verrà eseguita dalle mani sapienti del dottor Rocchi a fine agosto per poi iniziare il lavoro di recupero e, perchè no, provare a tornare protagonista negli States se si presenterà l’occasione.

Mattia Morini, partiamo dalla fine: il ginocchio purtroppo ha fatto crack.

"Con i miei compagni ci eravamo trovati per fare una partitella e in un contatto di gioco mi sono fatto male. È stata dura vivere diversi giorni infortunato lontano da casa, ma ora ho già la data dell’operazione, il 29 agosto, e non vedo l’ora di tornare più in forma di prima".

Come è andata la stagione?

"Benino, abbiamo concluso al terzo posto in classifica in conference, ma siamo usciti al primo round di playoff contro Dominican College, squadra molto completa e atletica. A inizio stagione ci aspettavamo però un risultato ben migliore. La squadra c’era, ma non siamo stati costanti: infatti abbiamo vinto contro Jefferson, prima assoluta in classifica, e sfiorato l’hurrà contro squadre nei primi posti del ranking nazionale, ma non siamo riusciti a competere a quel livello per tutto l’anno".

Come ti sei trovato con i nuovi compagni?

"Sono davvero felice di aver avuto l’opportunità di conoscere nuove persone che mi hanno spinto oltre i miei limiti e hanno giocato una parte fondamentale quando avevo bisogno di qualcuno che mi desse supporto".

Su cosa ti senti migliorato?

"Capire quando prendere i giusti tiri. Crescendo ho avuto tanti allenatori che hanno provato a correggermi in questa cosa, sono molto impulsivo; ora il criterio con cui scelgo il tiro e mi preparo alla conclusione è migliorato e sento di aver fatto un passo molto importante nella mia formazione".

Che cosa invece poteva andare meglio?

"Ho avuto problemi di costanza sul tiro durante la stagione, passando da quasi il 40% da 3 punti a medie più basse, poi di nuovo su e infine ancora in discesa. La mia incostanza era diventata un problema sul mio gioco".

Cesare Corbelli