"Fino all’ultimo ci abbiamo provato Laezza, piglio e carattere: bravo"

Aimo Diana: si aspettava questa Reggiana?

"Sì, le premesse erano chiare. Il Palermo tra dieci giorni ha il campionato e arrivava prima sui palloni, ho percepito una prevedibile brillantezza fisica loro, mentre il nostro campionato comincia il 28 agosto ...".

Soddisfatto?

"Sì e no, nel senso che quando perdi non è mai bello, però ho visto la squadra stare meglio rispetto allo stesso periodo di un anno fa. I gol subiti due sono arrivati con cross da destra che ci hanno sorpreso, il terzo è un rigore che mi dicono sia generoso, ma non iniziamo di certo ora con questi discorsi, altrimenti non ne usciamo più".

Le scelte di formazione?

"Abbiamo tanti giocatori da recuperare e spero di non avere ulteriori infortuni post gara. Ho visto l’atteggiamento giusto, fino all’ultimo ci abbiamo provato".

Zero minuti per Zamparo.

"Non lo vedevo benissimo perché aveva qualche fastidio qua e là. Non era serenissimo, e non l’ho rischiato come non ho rischiato altri".

Potrebbe lasciare Reggio?

"Dovete chiedere alla società, io faccio la formazione cercando di mettere i calciatori nelle migliori condizioni".

Tornando agli infortuni: Cauz è uscito toccandosi l’inguine. "Sono quelle situazioni di cui parlavo, che spererei tanto di evitare. Non penso sia grave, Cauz ha una muscolatura importante e a volte va preservato".

L’ingresso di Laezza?

"Benissimo, grande piglio e carattere".

Attacco mobile con Sorrentino e Pellegrini che si sono scambiati molto di posizione. "Questo è nelle loro caratteristiche, Pellegrini è una punta che sa anche raccordare, Sorrentino va in profondità sulla fascia, abbiamo tante soluzioni".

In questo mese scarso quali sono gli obiettivi?

"Chi arriva dai dilettanti ha bisogno di tempo per calarsi nei pro, dove si prendono botte, serve mantenere bene la palla e spirito di sacrificio".

Cosa ha detto ad un nervosissimo Sonny D’Angelo?

"Di pensare a giocare ed evitare brutte figure come le espulsioni. È di Palermo, è un bravissimo ragazzo appena diventato padre, e gli dispiace essere fischiato ogni volta nella sua città".

Giuseppe Marotta