di Francesco Pioppi Sliding doors. Cosa sarebbe successo se la stagione sportiva 2019-2020 non fosse stata interrotta dalla pandemia e Simone Fontecchio avesse continuato la sua crescita con la maglia della Pallacanestro Reggiana? Viene da chiederselo soprattutto oggi che l’ala classe ’95 di Pescara ha appena firmato un contratto biennale da 6.25 milioni di dollari complessivi con gli Utah Jazz, coronando così il sogno di giocare per una franchigia Nba. "Sono arrivato nel posto giusto per me, sento che qui le cose andranno bene", disse nel giorno della sua presentazione, il 25 luglio del 2019. Per quel ragazzo dal talento cristallino ancora non del tutto espresso, cresciuto nella Virtus Bologna, ma poi passato anche all’Olimpia Milano, era arrivata una tappa della carriera che sapeva di non poter sbagliare. Nel maggio del 2016, al PalaBigi, era retrocesso in Serie A2 con la Virtus Bologna e nelle successive esperienze era andato benino, ma non abbastanza rispetto al potenziale che tutti gli riconoscevano fin da ragazzino. Il direttore sportivo Alessandro Frosini – che lo corteggiava da anni – era finalmente riuscito a portarlo a Reggio, ma bisogna essere onesti: l’acquisto fu accolto con la giusta dose di entusiasmo. Né troppo né poco, ma non fu il colpo che fa impennare gli abbonamenti. Proprio in quella stagione però, Simone Fontecchio pose le basi per iniziare una crescita che non si è più fermata ed è diventata dirompente. All’altezza delle aspettative adolescenziali e forse anche oltre. Le ultime 5 gare in maglia biancorossa - che sono anche le sue ultime partite con una squadra italiana (nazionale a parte, ovviamente) ne sono la testimonianza. 14 punti con Brescia, 20 a Trento (con 67 dalla lunga distanza), 14 con Cantù, 23 a Cremona e 14 a Pistoia: una media di 17 punti a partita con il 61,7 % da tre punti, quel fondamentale che assieme a un fisico atletico di 203 cm gli sta aprendo le porte della Lega più competitiva al mondo. Con l’entourage del giocatore si stava già provando a strappare una riconferma per la stagione dopo, ma non ce n’è stato il tempo. La successiva destinazione (Alba Berlino, Eurolega) è stata comunque la svolta totale della carriera di Simone Fontecchio che ha avuto la possibilità di misurarsi contro i giocatori migliori d’Europa e continuare a crescere. Con la fiducia di un ambiente che non gli metteva troppa pressione. Da lì sono arrivate anche le ‘perle’ in Nazionale e alle Olimpiadi, poi il Baskonia (sempre in Eurolega). Il resto è storia, anzi è una favola che - possiamo dirlo con cognizione di causa - è iniziata con la maglia dell’allora Grissin Bon e la nascita della figlioletta nel dicembre del 2019. Fontecchio qui a Reggio è diventato l’uomo che è adesso.