Jacopo profeta in patria: "Emozione e orgoglio"

Il giovane attaccante Pellegrini è cresciuto nel vivaio granata: "Sto realizzando il mio sogno. Il momento è difficile ma per Gubbio sono fiducioso"

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di Francesco Pioppi

Faccia pulita, occhi svegli, parole misurate ma non banali che confermano che il ragazzo ha carattere. Jacopo Pellegrini è senza dubbio la nota più lieta di questo inizio di campionato, perché vedere un reggiano doc fare la differenza con la maglia granata evoca emozioni speciali. Due gol all’attivo (con Montevarchi e Alessandria) ma anche tante giocate d’astuzia, come quella che ha costretto Gorelli all’autogol contro il San Donato o quelle che hanno spinto l’Ancona a rimanere in 10 uomini nella partita da ‘dentro o fuori’ di domenica. Insomma, un impatto da attaccante navigato a dispetto dei suoi 22 anni.

Jacopo Pellegrini, con l’Ancona non era facile entrare dalla panchina e fare la differenza e invece c’è riuscito...

"La partita era complicata e sono entrato con l’idea di provare a dare una mano alla squadra, ma senza voler strafare perché la priorità era stringere i denti. Fortunatamente abbiamo portato a casa la vittoria che è sempre la medicina migliore, soprattutto dopo una settimana complicata. Credo che ci possa dare un po’ di serenità e aiutare a ritrovare le nostre certezze". Quando parla di ‘certezze’ pensa al gioco oppure a qualche compagno di squadra? "Penso soprattutto allo zoccolo duro che era qui anche l’anno scorso. Sappiamo di avere dei leader ed è fondamentale per noi ritrovare un po’ di spensieratezza, continuando a dare il massimo. Poi vedrete che ritroveremo anche il bel gioco".

Reggiano doc cresciuto nelle giovanili granata, cosa significa per lei indossare questa maglia e fare la differenza?

"Si tratta di un’emozione molto forte, di un grande orgoglio e di un sogno che si realizza"

Fatta eccezione per la parentesi dell’intervallo nella partita con l’Ancona in cui sono arrivati un po’ di fischi, il pubblico vi ha sempre sostenuto.

"Ci hanno dato proprio una bella mano, so che per loro non è stato facile digerire una sconfitta come quella di Fiorenzuola dov’erano venuti in mille a sostenerci: dobbiamo solo ringraziarli. Dal campo posso dire che sentiamo il loro affetto e che ci fa bene, soprattutto nei momenti in cui siamo stanchi o abbiamo difficoltà fanno la differenza". Si tratta di una trasferta storicamente ostica per la Reggiana, su un campo in cui l’anno scorso arrivò la prima sconfitta dopo tanti risultati positivi: che partita si aspetta?

"Il Gubbio sa mettere tutti in difficoltà, soprattutto sul proprio campo, ma sono fiducioso che si possa fare un buon risultato e sono convinto che ritroveremo anche fluidità di gioco".