"Mi manda Messina, qui per migliorare i ragazzi"

Marco Esposito, secondo assistente di Menetti: "Con Ettore ho imparato tanto, ma volevo essere più coinvolto e avere più responsabilità"

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di Gabriele Gallo

Con i buoni uffici di Ettore Messina, che male non fa. Ma soprattutto col desiderio di continuare a crescere come allenatore: più coinvolto nelle dinamiche tecniche e assumendo maggiori responsabilità. Con questo spirito Marco Esposito ha lasciato l’Olimpia Milano per diventare il secondo assistente di Max Menetti all’Unahotels. Fresco di esperienza alla Summerleague Nba con i Washington Wizards, il neobiancorosso parla delle sue aspirazioni.

Esposito, perché ha scelto Reggio?

"La cosa è nata a ridosso della finale scudetto, e l’ho concordata con Messina. Sentivo il bisogno di essere più coinvolto come allenatore nel vero senso della parola, di avere maggiori responsabilità negli aspetti del gioco sul parquet".

L’Unahotels le ha garantito questa possibilità?

"Sì, nel senso che, sin dai primi colloqui, le parole di Max Menetti erano in linea con tutte le mie aspettative e il mio desiderio di essere maggiormente coinvolto nelle questioni tecniche, in seno a una squadra che mostra, ogni giorno, di voler crescere. Ulteriore testimonianza di questo è di avere in organico un allenatore, Beppe Mangone, col ruolo preciso di sviluppare le potenzialità individuali di ogni giocatore. Poche squadre in serie A hanno fatto questa scelta". Quali saranno quindi i suoi compiti in Pallacanestro Reggiana?

"Quelli di un tecnico che può coadiuvare il lavoro di due persone, come Menetti e Fucà, che già hanno lavorato insieme, negli aspetti di cui si occupano quotidianamente. Farò tutto quello che potrà essere utile alla squadra, sia quello per cui sono conosciuto nell’ambiente da anni, ovvero scouting e attività con i video, sia attraverso compiti di coaching vero e proprio". Quale ritiene sia la sua migliore qualità da allenatore?

"La perseveranza nel cercare di trovare il modo migliore per trasmettere qualcosa ai ragazzi; nell’avere il modo ideale di comunicare per aiutare a migliorarli".

All’attuale roster cosa manca per rafforzarsi ancora?

"Stiamo cercando un altro esterno e un ‘4’ per dare ulteriore qualità all’organico. Affinchè si possa competere sul fronte italiano ed europeo con l’idea di compiere ulteriori progressi".

Cosa si porta dietro degli anni di lavoro con Ettore Messina? "E’ un coach estremamente esigente che mi ha portato, prima di tutto, ad essere fortemente esigente con me stesso e a capire quanto il basket sia preparazione di ogni cosa sino al minimo dettaglio. Una ‘forma mentis’ fondamentale".

Di recente è stato anche alla Summerleague di Las Vegas nello staff dei Washington Wizards.

"E’ stata una bellissima opportunità. Ci provavo da anni, i Wizards volevano un tecnico europeo tra i loro collaboratori, i buoni uffici di Messina mi hanno permesso di concretizzare questo desiderio. Come ‘guest coach’ mi sono dato da fare per dare una mano sulla tecnica individuale dei giocatori, pur avendo a che fare un gioco molto diverso rispetto a quello europeo. È stato molto formativo lavorare con uno staff molto ampio".